Giappone. Abe e Lavrov si incontrano per preparare la stipula della pace

Ma resta di difficile soluzione il nodo delle Curili.

di Guido Keller

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov si è incontrato con il collega giapponese Taro Kono in previsione del vertice tra Vladimir Putin e Shinzo Abe che si terrà a Mosca il prossimo 21 gennaio.
I leader dei due paesi si erano visti in novembre a Singapore per il vertice Asean, e nell’occasione avevano stabilito di avviare un dialogo per la stipula della pace, mai firmata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e la risoluzione del conflitto delle isole Curili meridionali, per le quali entrambe le nazioni ne reclamano la sovranità. La questione è rimasta sospesa dal 1956, anno della Dichiarazione congiunta tra l’Unione Sovietica e il Giappone che ha aperto a quest’ultimo l’adesione all’Onu come pure i commerci la Russia. La Russia aveva dichiarato guerra all’Impero Giapponese ad ostilità praticamente concluse, il giorno della bomba atomica su Nagasaki, e subito aveva occupato le Curili di cui oggi il Giappone ne chiede la restituzione vista l’importanza strategica e le risorse minerarie ed ittiche. Il punto è che da allora non è mai stata firmata la pace fra i due paesi, per quanto le relazioni si siano almeno in modo parziale normalizzate.
Ammettendo le difficoltà nell’affrontare la complessità del tema, Lavrov ha detto in conferenza stampa che “Abbiamo confermato di essere pronti a lavorare sulla base della dichiarazione del 1956” per arrivare alla stipula della pace, ma “è necessario che il Giappone riconosca il bilancio complessivo della guerra e la sovranità della Russia sulle isole in questione”. Ha tuttavia ammesso che “questo è l’inizio del cammino” del dialogo, ed in novembre Putin ed Abe avevano parlato di una spartizione delle isole, le Habomai e le Shikotan al Giappone ed il resto alla Russia; tuttavia, mentre il Giappone ha chiesto che con l’accordo di pace vi sia la smilitarizzazione completa delle isole, la Russia ha preteso la garanzia che non vi si insedino basi statunitensi, dal momento che “Tokyo dipende da Washington”.
Per Kono è necessario “realizzare un rapporto che estenda fino al massimo limite il potenziale negoziale” affinché “la visita in Russia del primo ministro (Abe a Mosca) porti i suoi frutti”.