Giappone. Abe pronto a dimettersi ‘per motivi di salute’

di C. Alessandro Mauceri –

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato oggi di volere presentare le proprie dimissioni. Già nel 2007 si era dimesso a causa di motivi di salute e, stando a fonti del suo partito, il motivo sarebbe il peggioramento delle condizioni delle stesse: da molti anni Abe soffre di colite ulcerosa. Un’aggravarsi della situazione che avrebbe spinto Abe a proporre le proprie dimissioni per non causare problemi al governo e al partito, pur rimanendo a disposizione fino a quando il partito liberal democratico (LDP) al governo non designerà un successore.
Abe è il primo ministro più “longevo” del Giappone: è carica dal 2012. Il suo mandato è stato pieno di luci e ombre. Durante l’ultimo mandato, ha destato scalpore il ricorso alla pena capitale. L’ultima, nel 2018, ha portato a 36 il totale delle esecuzioni capitali lungo tutta la parabola del governo Abe, dal 2012. Un numero elevato anche confrontato con quello degli USA. l’altro paese “sviluppato” che fa ricorso alla pena capitale.
Convinto conservatore e nazionalista, Abe ha sempre ribadito di voler promuovere la crescita del proprio paese, anche ricorrendo a politiche economiche aggressive. La sua strategia, nota come “Abenomics”, è basata su tre “frecce”: una politica monetaria fondata su tassi di interesse negativi a breve termine per rendere più conveniente per i consumatori e le aziende prendere in prestito denaro e spendere, uno stimolo fiscale basato su incentivi fiscali a pioggia e la realizzazione di infrastrutture; e poi riforme strutturali, come la liberalizzazione del lavoro e il libero accesso ai migranti, per aumentare la crescita economica (ma anche aumentare il numero delle donne lavoratrici). Peccato che, per una serie di fattori, molte di queste misure si sono rivelate inefficaci nel medio e lungo termine. Al punto che, secondo un sondaggio del Pew Research Center  di un paio d’anni fa, il problema principale del Giappone erano le preoccupazioni per il futuro (soprattutto tra i giovani e i professionisti di mezza età).
Ora questi problemi sono peggiorati con la pandemia in atto. In molti hanno criticato il modo di Abe di gestire la situazione, a cominciare dalla sospensione delle Olimpiadi del 2020, previste proprio in Giappone, con conseguente danno economico e d’immagine che ne è conseguito. Secondo le stime più ottimistiche, la decisione di fare slittare i giochi al 2021 comporterà un danno di 6 miliardi di euro, ma uno studio realizzato dalla società finanziaria Smbc Nikko Securities Inc. parla di un danno di 65,9 miliardi di euro (7.900 miliardi di yen). Con il rischio di fallimenti a catena. Secondo la statunitense Citigroup Global solo gli investimenti nel settore dell’edilizia superano i 20 miliardi, ma alla fine dovrebbero raddoppiare. Un danno economico senza precedenti che avrebbe colpito il paese già in recessione tecnica. Per no parlare del danno di immagine e degli sponsor: l’esecutivo di Abe aveva calcolato che 3 miliardi delle spese per le olimpiadi erano coperti dagli sponsor, un miliardo dal CIO e poi la vendita dei biglietti; la Bank of Japan stimava un guadagno di 70 miliardi per il comparto turistico, di cui la metà dovuta proprio alle Olimpiadi. Tutto finito in una nuvola di polvere. Almeno per ora.   
Ma non basta. Secondo molti Abe avrebbe sbagliato a non informare i media sul Covid-19 delle nuove misure per combattere la pandemia, incluso un impegno a garantire un vaccino per tutta la popolazione giapponese entro l’inizio del prossimo anno. Un dato rilevante dato che pare essere in atto una seconda ondata di infezioni a Tokyo e in altri centri urbani. Proprio la disponibilità di un vaccino sarebbe un fattore chiave che potrebbe cambiare il destino delle Olimpiadi di Tokyo. E salvare l’economia del paese da una catastrofe.
Una serie di questioni scottanti che ha fatto sorgere dubbi su quale potrebbe essere la vera causa delle dimissioni del premier giapponese. Gli alleati del LDP hanno annunciato che Abe continuerà fino alla fine del suo mandato come presidente del partito ovvero fino a settembre 2021. Sempre che la salute glielo permetta. Akira Amari, alto funzionario del partito del premier, ha detto che Abe è apparso molto più sano dell’ultima volta che lo ha visto a metà agosto. Abe era “probabilmente mentalmente esausto”, la sua “voce era più forte e il colorito era tornato sulla sua pelle”, ha dichiarato Amari in un’intervista.
Anche il portavoce capo del governo, Yoshihide Suga, dopo aver incontrato Abe ha dichiarato di non essersi mai accorto delle sue cattive condizioni di salute. “È prematuro parlare di ‘post-Abe’, dato che gli manca ancora più di un anno nel suo mandato”, ha detto Suga.
Molti attendono con ansia l’apparizione di Abe in televisione, nelle prossime ore. Nella speranza di comprendere quali sono le reali condizioni di salute del premier. E di capire se sono dovute al peggioramento della malattia o alle notizie che darà circa la gestione della pandemia di corona virus e della nuova ondata di nuove infezioni.