Giappone. Difesa: il governo annuncia più soldi e la dotazione di due portaerei

di Nunzio Messere

Già nel 2016 il premier giapponese Shinzo Abe era riuscito ad ottenere una riforma della Costituzione, che prima era pacifista, al fine di aumentare le spese per la difesa e quindi dotare il paese di un sistema militare moderno. Da allora le spese per la difesa sono sempre aumentate vista anche la necessità di rifornirsi di missili difensivi dopo che per ben due volte missili balistici lanciati dal regime di Kim Jong-un avevano sorvolato l’isola di Hokkaido.
Altro motivo che ha spinto il Giappone ed i vari paesi dell’area alla corsa al riarmo è la Cina: nel 2013 un convoglio cinese aveva per la prima volta circumnavigato il Giappone doppiando lo Stretto di Perouse, ma poi ci sono state le tensioni per le isole contese Takeshima e Senkaku, la costruzione di isole artificiali nel mar Cinese Meridionale e le continue esercitazioni militari cinesi, pochi mesi fa congiunte con la Russia.
Per quanto in ottobre Abe si fosse incontrato con il collega cinese Li Keqiang per rispolverare dopo 40 anni il Trattato di pace e di amicizia, il governo giapponese ha approvato oggi una nuova strategia di difesa per acquisire un proprio ruolo regionale ed ha annunciato l’intenzione di dotarsi di due portaerei. Si tratta in realtà del riadattamento di due portaelicotteri di classe Izumo in grado di lanciare aerei da guerra F-35B, ed il ministro della Difesa Takeshi Iwaya ha assicurato che la conversione dei mezzi non comporta la violazione della Costituzione.
La spesa per la Difesa verrà nuovamente incrementata e portata a 242 miliardi di dollari in 5 anni, verranno acquistati 18 nuovi aerei, istallati missili Aegis con base a terra per la difesa dalla minaccia nordcoreana, approntati sistemi di individuazione di droni sottomarini e di controllo dallo spazio.