di Giuseppe Gagliano –
La cooperazione strategica tra Emirati Arabi Uniti e Giappone sta assumendo una dimensione sempre più strutturata e ambiziosa. Al centro di questa dinamica si trova Tahnoon bin Zayed al-Nahyan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati e presidente di ADQ, uno degli attori più influenti nella costruzione della nuova proiezione economica e tecnologica di Abu Dhabi. L’obiettivo dichiarato è chiaro: trasformare il rapporto con Tokyo in una partnership strategica capace di intrecciare innovazione, industria, salute e spazio.
Un tassello importante di questa strategia è stata la partecipazione emiratina all’Expo 2025 di Osaka. Attraverso un padiglione altamente visitato, Abu Dhabi ha messo in mostra due delle sue realtà tecnologiche più rappresentative: Space42, attiva nel settore spaziale e della sicurezza digitale, e PureHealth, leader nelle tecnologie sanitarie avanzate. La presenza emiratina non è stata meramente simbolica: è servita a consolidare un’immagine di potenza tecnologica emergente e a posizionare queste aziende come partner credibili per l’ecosistema industriale giapponese.
I feedback giapponesi, secondo le fonti di intelligence, sono stati particolarmente positivi. L’approccio emiratino è stato percepito come pragmatico e innovativo, focalizzato sulla costruzione di partnership operative piuttosto che su accordi politici di facciata. Space42, in particolare, ha suscitato interesse per le sue capacità di integrazione tra spazio, sicurezza e intelligenza artificiale.
Il progetto di Tahnoon bin Zayed Al Nahyan si basa su una visione chiara: costruire un’alleanza tecnologica con il Giappone nei settori più strategici del XXI secolo, cioè spazio, sanità, intelligenza artificiale, sicurezza digitale e industria dei dati. Abu Dhabi, vede Tokyo non solo come un fornitore di tecnologie avanzate, ma come un partner di lungo periodo con cui sviluppare soluzioni integrate.
In questo quadro PureHealth rappresenta la dimensione sanitaria della strategia emiratina. L’azienda prevede di espandere la propria presenza in Giappone attraverso partnership ospedaliere e universitarie, con l’obiettivo di accedere a reti di ricerca medica all’avanguardia e di integrare le proprie piattaforme digitali con le infrastrutture giapponesi. È un passo che consolida la trasformazione degli Emirati in hub tecnologico globale, oltre che energetico e finanziario.
Il ruolo dello sceicco Tahnoon è cruciale. Negli ultimi anni, attraverso gruppi come G42 e ADQ, ha guidato una strategia di espansione tecnologica che combina investimenti mirati, acquisizioni e alleanze bilaterali. L’obiettivo è duplice: da un lato ridurre la dipendenza strategica dagli Stati Uniti e dall’Europa, dall’altro costruire un portafoglio globale di cooperazioni che renda Abu Dhabi un attore imprescindibile nella geopolitica tecnologica.
L’alleanza con il Giappone risponde perfettamente a questa logica. Tokyo offre un mix unico di tecnologia avanzata, know-how industriale e credibilità internazionale. Gli Emirati portano sul tavolo risorse finanziarie, flessibilità politica e una strategia aggressiva di proiezione globale. È un incontro tra una potenza tecnologica consolidata e una potenza emergente.
La cooperazione tecnologica tra Abu Dhabi e Tokyo non è solo economica. Ha una valenza geopolitica chiara. In un contesto globale segnato dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina, gli Emirati cercano di posizionarsi come potenza ponte, capace di dialogare con attori diversi e di moltiplicare il proprio peso strategico. Le partnership con potenze asiatiche come il Giappone, ma anche la Corea del Sud e l’India, sono strumenti per rafforzare questa posizione.
La partnership tecnologica tra Emirati Arabi Uniti e Giappone non è un’operazione di immagine, ma parte di una strategia di lungo periodo guidata da Tahnoon bin Zayed al-Nahyan. Attraverso aziende come Space42 e PureHealth, Abu Dhabi vuole diventare un polo globale di innovazione e sicurezza, proiettandosi ben oltre la dimensione energetica tradizionale.
Tokyo rappresenta per gli Emirati un partner ideale: tecnologicamente avanzato, stabile politicamente e aperto a forme di cooperazione pragmatiche. È un asse strategico che riflette il nuovo linguaggio della geopolitica contemporanea, dove potenza significa capacità di costruire reti tecnologiche, industriali e strategiche su scala globale.












