Giappone. Suga è premier. Ma dovrà tirare fuori gli artigli per far fronte alla crisi economica

di C. Alessandro Mauceri –

Yoshihide Suga è il 99mo primo ministro del Giappone. Suga è stato eletto con 377 voti, mentre 89 sono stati quelli per Kishida Fumio, ex ministro degli Esteri, arrivato secondo. E’ stato per otto anni portavoce del governo e braccio destro dell’ex premier Shinzo Abe, ma anche presidente del Partito Liberal Democratico ed ex ministro degli Affari interni e delle Comunicazioni: lo attende un compito difficile, ovvero riformare la Costituzione, gestire la pandemia e realizzare le Olimpiadi di Tokyo, previste nel 2020 ma rimandate al 2021. In diversi hanno parafrasato un “cambiare tutto senza cambiare niente”, per descrivere un personaggio poco conosciuto alla politica nazionale ed internazionale, grigio.
Il nuovo premier, che ha dichiarato di voler continuare sulla strada tracciata dal predecessore Abe, eredita la peggior crisi economica del dopoguerra. La strada che Suga intende seguire è chiara: qualche giorno fa, nel corso di un’intervista, ha dichiarato che non c’è alcun limite al volume di titoli di stato che può emettere il governo giapponese. “L’unica cosa che conta in questo momento è migliorare le condizioni economiche: creare posti di lavoro e proteggere le imprese”, ha aggiunto. “A Ogachi l’inverno è gelido, ma poi viene il sole”, ha detto in una recente intervista.
“I campi mi hanno insegnato la perseveranza prima che capissi quanto è necessaria”.
Di umili origini, Suga è il figlio di un coltivatore di fragole. Riuscì a conseguire la laurea in Giurisprudenza frequentando corsi serali che pagava solo grazie al lavoro in una fabbrica di cartone. Un fatto più che eccezionale in Giappone dove le carriere sono spesso legate alle scuole frequentate e decise sin dalla più tenera età. Una tenacia confermata dall’abitudine del nuovo premier di aprire e chiudere ogni giornata con 100 addominali, ma ama anche il karatè e la pesca. Parlando di lui al New York Times una vecchia compagna di scuola ha detto che “In Giappone abbiamo un proverbio: il falco saggio nasconde gli artigli. Oggi mi sembra pensato apposta per lui”.
Di artigli Suga ne avrà un gran bisogno: il debito pubblico giapponese è ai massimi storici e la sua teoria sul deficit è una verità nota ma che ha anche conseguenze macroeconomiche non indifferenti dal punto di vista finanziario. Anche per uno stato che ha ancora il potere di emettere moneta come il Giappone (e non come la gran parte dei paesi dell’Unione europea che hanno ceduto questo potere).
Molti i capi di stato che si sono premurati a fare i complimenti al nuovo premier giapponese. Tra i primi Vladimir Putin, che gli ha inviato un telegramma per confermare “la disponibilità per un’interazione costruttiva nelle questioni di attualità dell’agenda bilaterale e internazionale” con un chiaro riferimento al suo predecessore “Shinzo Abe, per sviluppare il dialogo” tra Russia e Giappone.
Lo stesso ha fatto il premier britannico Boris Johnson, che si è congratulato con il nuovo premier giapponese, ma in modo più informale, via Twitter: “Congratulazioni @sugawitter per essere diventato primo ministro del Giappone. Spero che la vostra nomina e lo storico accordo di libero scambio che abbiamo raggiunto la scorsa settimana diano al solido rapporto fra i nostri Paesi la spinta verso nuove vette”, ha scritto Johnson che ha concluso il proprio messaggio scrivendo “Congratulazioni!” in giapponese.