Gli Emirati Arabi Uniti rafforzano i legami commerciali con l’Iran

di Silvia Boltuc * –

L’8 febbraio si è tenuta a Dubai una conferenza per esplorare le possibilità di commercio bilaterale fra l’Iran e gli Emirati Arabi Uniti (UAE). All’evento hanno preso parte circa 240 aziende, di cui centoventi iraniane e quaranta emiratine. A capo della delegazione da Teheran vi erano il ministro dell’Industria, delle Miniere e del Commercio iraniano Reza Fatemi-Amin ed il capo dell’Organizzazione per la Promozione del Commercio dell’Iran (TPOI) Alireza Peyman-Pak. Inoltre, erano presenti gli ambasciatori del Venezuela e del Kazakistan e alcuni rappresentanti dello Swiss Business Council.
Il capo del TPOI ha dichiarato che gli UAE hanno investito 300 milioni di dollari in Iran nell’ambito degli investimenti diretti esteri (IDE). Inoltre, ha aggiunto che sono stati tenuti colloqui costruttivi con le principali società emiratine per risolvere i problemi legati al trasporto ed alle transazioni finanziarie a cui Abu Dhabi ha promesso di far fronte confrontandosi direttamente con i commercianti iraniani.
I perni della politica estera della Repubblica Islamica dell’Iran sono la diplomazia economica, lo sviluppo degli scambi commerciali e gli investimenti con i paesi limitrofi. Teheran coinvolge gli stati vicini in progetti di investimento congiunti per l’esportazione e il transito delle merci, sfruttando la sua posizione geografica strategica e le sue zone economiche speciali. Il paese stesso ne ha istituite diverse e lungo il confine con l’Armenia, che è uno dei corridoi di maggiore importanza utilizzati dagli iraniani per raggiungere i mercati dell’Asia centrale e della Russia, Yerevan ha istituito la Zona Economica Franca di Meghri. Va sottolineato che l’import-export con l’Armenia è esente dalle sanzioni statunitensi. Inoltre, l’Iran ha un accordo di libero scambio con l’Unione Economica Eurasiatica (EEU) ed i suoi membri.
L’amministrazione del presidente Ibrahim Raisi ha dato priorità alla cooperazione economica con i paesi regionali e limitrofi. A questo proposito, l’Iran sta sviluppando legami con Armenia, Georgia e Azerbaigian nel Caucaso meridionale come corridoi chiave che conducono ai mercati europei. Il paese ha altresì rafforzato la sua presenza nei porti russi di Astrakhan e Makhachkala nel Mar Caspio come porte di accesso ai mercati russi. Ha rafforzato la cooperazione infrastrutturale ed economica con l’Afghanistan, che è coinvolto assieme all’India nel progetto trilaterale del porto di Chabahar ed ha accordi di scambio e transito di gas con il Turkmenistan.
Nel Golfo Persico, i partner commerciali target sono gli stati litorali dell’Oman e degli UAE.
Dopo la visita del Ministro iraniano Reza Fatemi Amin a Mascate, l’Iran ha tenuto una commissione economica congiunta per esaminare lo sviluppo delle collaborazioni nei settori economico, commerciale ed educativo. Il capo del TPOI ha sottolineato che l’Oman è desideroso di avere legami commerciali con i membri della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) e l’Iran potrebbe svolgere un ruolo significativo.
Sotto la Presidenza Raisi, Teheran ha intensificato gli sforzi per ricostruire le relazioni con gli UAE, rapporti raffreddati dalla guerra in Yemen e da altre controversie regionali. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli UAE, lo sceicco Tahnoun bin Zayed Al Nahyan, ha visitato l’Iran e ha invitato il presidente iraniano Ebrahim Raisi a visitare Abu Dhabi. Nessun presidente iraniano ha più visitato gli UAE dal 2007. I legami tra Teheran e Abu Dhabi si stanno espandendo a causa della nuova strategia di bilanciamento offshore degli Stati Uniti, che ha spostato gli obiettivi di Washington nell’Indo-Pacifico. Come hanno sottolineato molti esperti, questo ha creato un vuoto di potere in cui i paesi del Golfo Persico stanno ridefinendo il loro ruolo ed i loro equilibri. Da un lato, la rivalità li porta a competere, soprattutto nella graduale transizione verso un’economia post-petrolifera e in campo militare (ne sono un chiaro esempio le dispute nello Stretto di Hormuz o le guerre per procura come quella condotta in Yemen). D’altra parte, la sicurezza reciproca e le esigenze economiche stanno avvicinando i due attori regionali. L’Iran sanzionato e gli UAE, il cui coinvolgimento in scenari come Siria, Yemen e Libia ha colpito l’economia interna, sono motivati ​​a sviluppare relazioni diplomatiche e aumentare il volume degli scambi commerciali per sanare i bilanci.
Negli ultimi mesi si sono succedute visite reciproche da parte di diversi commercianti di entrambi gli stati, sottolineando il ruolo chiave del settore privato nel raggiungimento degli obiettivi economici dell’Iran e nella promozione delle esportazioni. L’Iran, inoltre, riattiverà il suo centro commerciale negli UAE, essendo il Paese anche un hub centrale di ri-esportazione nel Golfo Persico.
La strategia iraniana punta ad una de-escalation con i paesi firmatari degli Accordi di Abraham e alleati degli Stati Uniti in favore dell’economia domestica e di un riequilibrio delle alleanze nel Golfo Persico, in cui l’Iran è più che mai deciso a svolgere un ruolo chiave. Ulteriori possibilità commerciali e di cooperazione saranno esplorate in futuro, contribuendo a stabilizzare la regione e a superare il confronto ideologico e militare tra i paesi sunniti del Golfo e l’Iran sciita.

Articolo in media partnership con SpecialEurasia.

* Silvia Boltuc – Managing Director di SpecialEurasia. Responsabile dell’Area Energia e Nuove Tecnologie del CeSEM. Specializzata in relazioni internazionali, energia e conflitti nello spazio post-Sovietico, in Medio Oriente e Nord Africa.