Gli europei rischiano di essere schiacciati tra l’occidente e l’oriente?

di Marco Pugliese –

Samuel Huntington in un saggio aveva preannunciato questo per il XXI secolo lo “scontro di civiltà”, nel quale l’occidente (Europa ed Usa) si dovrà confrontare con un Grande Medio Oriente musulmano, con un rinnovato “ impero russo” e con l’oriente a trazione cinese. I principali conflitti globali saranno tra gruppi di nazioni appartenenti a civiltà diverse, ovvero lo scontro di civiltà dividerà il mondo in grandi blocchi in conflitto.
Dopo l’ 11 settembre 2001 pare Huntington abbia azzeccato la previsione. Molte furono le obiezioni a questa tesi, molte le pubblicazioni avverse. Ma pochi, pochissimi si resero conto che con l’11 settembre il mondo di transizione a guida Usa nato nel 1991 era terminato. In quel periodo il mondo fu aperto ad una competizione tra i quasi 200 stati nazione, apolare quanto monopolare. Un vero ossimoro. La tesi di Huntington prevede conflitti di civiltà cruenti e lunghi; dal 2001 l’ Afghanistan è una delle valvole di questo mega conflitto, tra occidente ed Islam. In Siria invece assistiamo ad uno scontro tra occidente e Russia, in Iraq tra le varie correnti del mondo Arabo (con i curdi in mezzo). In Ucraina tra occidente e Russia. In Africa tra Cina ed occidente, specialmente nella porzione occidentale. In Libia tra occidente e mondo arabo. Cosi anche nel Pacifico tra Giappone e Cina, tra due paesi orientali, ma con il primo di fatto occidentale. Pochi inoltre ricordano l’attuale conflitto silente tra Australia ed India per le rotte commerciali dell’oceano Indiano. Insomma, carte alla mano non è solo la guerra all’Isis che ci indica lo scontro in atto tra grandi civiltà, sulla scena da secoli ma a cicli ridimensionate o espanse.
Dopo il 1500 fu l’Europa a dominare il mondo. Ma fino a quella data furono Cina ed califfato arabo a dettar legge. Nel 1900 fu poi la volta dell’America con gli Usa, che di fatto ereditò lo scettro dall’Europa. La Guerra Fredda riportò in auge i russi. La caduta del Muro di Berlino li fece andar in disgrazia, ma solo in quello che è definibile come “ limbo globale”, ovvero gli anni ’90 del secolo scorso, ove ci si convinse d’aver superato conflitti di carattere etnico o religioso, quindi i famosi scontri di civiltà. Fu in realtà una mistificazione tutta occidentale, nel resto del mondo si preparava una vera e propria riorganizzazione atta al superamento della supremazia occidentale. In occidente infatti si è per forma mentis convinti che qualsiasi società umana operi per un benessere globale. In realtà questo paradigma tutto europeo non si sposa con americani, russi, cinesi ed arabi, molto interessati al Vecchio Continente, tutt’ora diviso e più preoccupato di far i conti in tasca alla Grecia che metter in campo
una forza militare che ne tuteli il futuro. In Svezia non per nulla, in chiave anti-Mosca è stato ripristinato il servizio militare. L’ Europa delle nazioni sembra essersi resa conto solo negli ultimi mesi del grande rischio d’estinzione che sta correndo.
La smobilitazione retorica che per un certo periodo fece breccia, non ha fatto altro che far crescere gli appetiti dei vicini. La Turchia ad esempio, ha iniziato a “rivedere” la Grecia come “mela da cogliere”, al momento giusto ovviamente. La Turchia è un paese Nato, come la Grecia, quindi è blindato da un punto di vista militare. Ma alla Turchia sono stati affidati i confini orientali dell’Europa, ed il premier Erdogan, sistemate le questioni interne tornerà a batter cassa. Una delle richieste che arriva direttamente dai suoi generali è il poter “utilizzare” basi greche. Gli inglesi, non più nell’Ue, per il momento in sede Nato sono per il no, ma l’atteggiamento attendista dell’Italia nell’area non aiuta, Londra non ha più intenzione di “mettersi sulla schiena” i problemi europei.
Il quadro è in divenire, ma gli appetiti di Ankara non si fermeranno ai milioni d’euro della Ue, il “Sultano” vuol ricostruire la “Grande Turchia”. La penetrazione di capitali in Europa dal Golfo Persico e dalla Cina fanno il resto. Gli europei tra qualche anno rischieranno di vivere in un continente che non possiedono materialmente e forse anche culturalmente, dato che per anni loro stessi hanno deciso d’omettere le proprie radici. L’anaciclosi di Polibio però potrebbe aiutare portando l’Europa alla difesa comune, unica via d’uscita all’estinzione. Secondo Polibio infatti il ciclo si svolge così: comando di un unico capo (monarchia primitiva), monarchia classica, tirannia, aristocrazia, oligarchia, democrazia, oclocrazia (governo di folla).
Saranno “ le folle” ad invertire ciò che le governance europee forse non hanno compreso appieno?