Grecia. Progetto per triplicare la recinzione al confine con la Turchia

di Alberto Galvi

La Grecia vuole triplicare la lunghezza della recinzione destinata a chiudere le sue frontiere terrestri con la vicina Turchia. La recinzione è stata costruita per impedire ai migranti illegali di introdursi al suo interno, in un momento in cui Atene sta affrontando un’improvvisa ondata di migranti sia lungo le sue frontiere terrestri che marittime, e in cui le relazioni con la Turchia si vanno deteriorando.
Grecia e Turchia sono in competizione da decenni per i diritti aerei e marittimi nel mar Egeo. Nelle ultime settimane il governo di Atene ha accusato quello turco di insediare una presenza militare su alcune isole dell’Egeo in violazione dei trattati internazionali.
L’anno scorso la Grecia ha iniziato ad estendere la barriera di sicurezza lungo il confine con la Turchia, un decennio dopo aver costruito una recinzione di 13 chilometri per arginare l’ondata di migrazione illegale.
Un’improvvisa impennata dei flussi di rifugiati ha preoccupato le autorità greche: si stima che circa mille migranti effettuino attraversamenti illegali ogni giorno, il 20 per cento in più rispetto allo scorso anno. Gli afflussi sono comunque diminuiti drasticamente dal milione di siriani che si sono riversati nel paese durante la crisi del 2015.
Nelle ultime settimane sono stati inviati i militari per rafforzare le pattuglie di frontiera lungo la cosiddetta frontiera di Evros, ed il progetto è di aggiungere altri 80 chilometri di filo spinato e acciaio alla recinzione esistente di 40 chilometri.
Non è chiaro quando inizieranno i lavori di allungamento della recinzione, ma la Grecia dovrà fare i conti con i flussi migratori accresciuti anche lungo i suoi confini marittimi, principalmente nel mar Egeo, che la separa dalla Turchia.