Groenlandia. Governo sospende le esplorazioni petrolifere

di Alberto Galvi –

Il governo della Groenlandia ha deciso di sospendere tutte le esplorazioni petrolifere dopo le elezioni parlamentari anticipate di aprile in cui sono stati rinnovati i 31 membri dell’assemblea. La Groenlandia elegge anche 2 delegati al parlamento danese mentre la regina Margrethe II di Danimarca detiene il titolo di monarca sulla regione.
L’attuale governo presieduto dal premier Mute B. Agede, ha immediatamente iniziato a mantenere le promesse elettorali e ha interrotto i piani per l’estrazione di uranio nel Sud della Groenlandia, nella tornata elettorale di aprile il partito Inuit Ataqatigiit del premier Agede ha infatti preso il potere dopo una campagna fortemente incentrata sulle politiche relative alla gestione responsabile delle risorse naturali.
L’isola artica è ancora sostenuta finanziariamente dalla Danimarca con 540 milioni di dollari all’anno e l’esplorazione del sottosuolo con il fine dello sfruttamento delle risorse naturali è stata vista da alcuni in Groenlandia come un potenziale percorso verso una più completa indipendenza. Se sfruttate con successo queste risorse potrebbero cambiare drasticamente le sorti dei 57.000 abitanti della regione.
La Groenlandia nel novembre 2008 ha votato a favore di una maggiore autonomia amministrativa e e ha acquisito maggiori responsabilità nella propria politica interna da quando la legge sull’autogoverno della Groenlandia è stata firmata nel giugno 2009. Le sovvenzioni danesi coprono annualmente circa i due terzi delle necessità economiche dell’isola artica mentre Copenaghen ne decide la politica estera, di difesa e di sicurezza.
Al largo della Groenlandia l’US Geological Survey stima che potrebbero essere presenti 17,5 miliardi di barili di petrolio non scoperti e 4.2 trilioni di metri cubi di gas naturale.
Sul confine meridionale della Groenlandia la Cina ha ottenuto quote di contratti di esplorazione, tramite una società australiana, Greenland Minerals, sostenuta dal gruppo cinese Shenghe.
L’esplorazione di giacimenti di idrocarburi è quasi cessata con il calo dei prezzi del petrolio mentre la mancanza di infrastrutture ostacola lo sviluppo dell’isola e lo sfruttamento delle risorse naturali. Negli ultimi anni il lavoro di esplorazione svolto ha suggerito una bassa redditività sulla maggior parte delle riserve di petrolio e gas, il cui costo totale di estrazione potrebbe non essere economicamente conveniente.
Dagli anni ‘70 l’esplorazione di petrolio ha coinvolto Shell, ExxonMobil, Eni e Chevron, ma le trivellazioni si sono rivelate un fallimento, nonostante le indagini geologiche statunitensi e le stime danesi della presenza di giacimenti petroliferi lungo la costa occidentale e di gas al largo della costa orientale.
Il gruppo ambientalista Greenpeace ha accolto con favore la decisione del governo di fermare la ricerca di idrocarburi ma la Groenlandia ha comunque ancora quattro licenze di esplorazione attive, che sono detenute da due piccole società che stanno ancora operando sul territorio dell’isola.