Guinea Bissau. Elezioni: al ballottaggio Pereira ed Embaló

di Alberto Galvi –

Si sono svolte in Guinea Bissau le elezioni presidenziali. Gli ex primi ministri Domingos Simões Pereira del PAIGC (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde) con circa il 40% dei voti e Umaro Sissoko Embaló anche lui del PAIGC con circa il 28% dei voti si affronteranno in un ballottaggio in occasione delle elezioni del 29 dicembre per decidere chi sarà il prossimo presidente della Guinea-Bissau.
Le elezioni si sono svolte senza incidenti particolari, anche grazie all’ausilio di almeno 200 osservatori dei paesi membri dell’ECOWAS (Community of West African States), dell’AU (African Union), della CPLP (Comunidade dos Países de Língua Portuguesa) e di oltre 422 rappresentanti della società civile guineana.
In questa tornata elettorale il presidente in carica Jose Mario Vaz del PAIGC ha ricevuto circa il 12% dei voti mentre era alla ricerca di un secondo mandato quinquennale. Ricordiamo che Vaz è stato l’unico presidente guineano dai tempi dell’indipendenza con il Portogallo a sopravvivere per un intero mandato senza aver subito un colpo di stato o un tentativo di assassinio.
Il suo mandato è stato caratterizzato da episodi di corruzione, dai frequenti scontri politici, e dalle conseguenti dimissioni di alte cariche politiche. I suoi critici lo hanno accusato durante il suo mandato come presidente di non aver arrestato in quegli anni il flusso di cocaina proveniente dall’estero.
Gli altri principali candidati sono stati: Nunu Nabiam con circa il 13% dei voti, è il candidato del partito di opposizione PRS (Partido para a Renovação Social), che gode del sostegno della comunità Balanta, il secondo più grande gruppo etnico in Guinea Bissau e il ministro Carlos Gomes Jr del PAIGC con circa il 2% dei voti.
I restanti candidati sono: Baciro Djá del FREPASNA (Frente Patriótica de Salvação Nacional), Vicente Fernandes del PCD (Partido de Convergência Democrática), Mamadú Iaia Djaló del PND (Partido Nova Democracia), Mutaro Intai Djabi candidato Indipendente, Gabriel Fernando Indi del PUSD (Partido Unido Social Democrático) e António Afonso Té del PRID (Partido República da Independência para o Desenvolvimento).
Per i 2 candidati al ballottaggio i principali problemi sono la corruzione e il sottosviluppo che richiedono dei miglioramenti soprattutto nel campo della sanità e della pubblica istruzione. La Guinea Bissau è tra i paesi più corrotti al mondo e i suoi abitanti vivono al di sotto della soglia di povertà per cui hanno bisogno di riforme economiche ed infrastrutturali.
L’altro grande problema della Guinea Bissau è sicuramente quello legato al narcotraffico. I candidati hanno promesso di impedire al paese di continuare ad essere uno dei più importanti punti di transito per le droghe dall’America Latina all’Europa, proprio a causa di una classe politica corrotta, che ha permesso a questo paese di diventare un hub strategico per il traffico internazionale di droga.
Intanto la campagna elettorale per il ballottaggio tra Domingos Simões Pereira e Umaro Sissoko Embaló inizierà il prossimo 13 dicembre. Pereira era stato mandato via qualche anno fa dal presidente Vaz mentre era primo ministro. 
Pereira ha mantenuto la sua influenza politica come attuale presidente del principale partito del paese, il PAIGC, grazie a ciò può ancora contare sul sostegno dei suoi potenti membri, anche se è stato criticato per aver contribuito a finanziare la campagna elettorale del partito attraverso il denaro derivato dal traffico di droga.
Il suo avversario al ballottaggio è Embaló, già primo ministro con il partito PAIGC, uomo d’affari ed ex generale di religione musulmana e dell’etnia Fulani. Lui e altri 14 parlamentari hanno poi formato un altro partito il MADEM G-15 (Movimento Para Alternância Democrática).
Il rischio di essere sconfitto al ballottaggio, deriva dalla sua appartenenza all’etnia Fulani e di essere musulmano, perchè gli potrebbe precludere i voti dei membri delle altre etnie come i Balanta, Mandinga, Papel, Manjaco, Beafada, Mancanha, Bijago, Felupe, Mansoanca, Balanta Mane e degli appartenenti alle altre credenze religiose.
Nonostante le gravi accuse che gravano sui 2 candidati alla presidenza, la popolazione è stanca della situazione in cui verte il paese, mentre i cittadini sperano che queste elezioni portino al cambiamento che stanno aspettando.
Non sarà facile prevedere chi sarà il vincitore, almeno fino a quando non inizieranno le trattative per gli eventuali apparentamenti e soprattutto per convincere gli elettori di Nunu Nabiam e dell’ex presidente Vaz, a votare per uno o per l’altro candidato.
Va infine ricordato che queste elezioni rappresentano il punto di svolta per garantire una soluzione duratura alla crisi politica e istituzionale che affronta la Guinea Bissau ormai da ben 4 anni.