Guinea Bissau. Umaro Sissoco Embaló è stato nominato presidente dalla NEC

di Alberto Galvi –

Nei giorni scorsi Umaro Sissoco Embaló del partito MADEM-G-15 (Movimento para a Alternância Democrática), è stato nominato vincitore delle elezioni presidenziali in Guinea-Bissau dalla NEC (National Electoral Commission) confermando il 53,55% dei voti che aveva ottenuto al primo turno del 29 dicembre scorso.
Per quanto riguarda il suo rivale al ballottaggio, Domingos Simoes Pereira del partito PAIGC (Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde), aveva invece ottenuto il 46,45%. I risultati delle elezioni presidenziali del 29 dicembre 2019 sono stati annunciati dalla NEC il 17 di gennaio e successivamente confermati il ​​21 di gennaio e il 4 di febbraio.
Nel frattempo Domingos Simões Pereira ha presentato l’ennesimo ricorso elettorale presso il STJ (Supremo Tribunal de Justiça), che in Guinea-Bissau funge anche da tribunale elettorale, per contestare le presunte irregolarità. Questa verifica del secondo turno è stata richiesta dal STJ a seguito degli appelli presentati da Pereira e come consigliato dalla ECOWAS (Economic Community of West African States) a seguito delle tensioni causate dai risultati elettorali.
Il primo ministro guineano Aristides Gomes ha ritenuto che l’eventuale acquisizione di Umaro Sissoco Embaló come capo di stato senza la sentenza del STJ equivale a essere un colpo di stato. L’ufficio del primo ministro ha intanto sollecitato le forze di sicurezza e di polizia ad assumere il loro ruolo di garante dell’ordine pubblico a causa delle possibili conseguenze che potrebbero derivare dal tentativo di sovvertire i valori democratici che incarnano lo stato di diritto della Guinea Bissau.
La costituzione guineana afferma che il capo dello stato è nominato dal presidente del parlamento in una sessione plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo, ma il presidente del parlamento, Cipriano Cassamá, ha affermato che l’inaugurazione avverrà solo dopo che i risultati elettorali saranno stati convalidati in modo definitivo.
A informare il parlamento guineano della situazione e della sua evoluzione ci ha pensato il presidente del parlamento Cipriano Cassamá che ha ricevuto nel suo ufficio i leader dei seguenti partiti: UMP (União para a Mudança), PNDAPU (Partido da Nova Democracia, Assembleia do Povo Unido), PDGB (Partido Democrático da Guiné-Bissau), PRS (Partido da Renovação Social), MAD (Movimento para a Alternância Democrática) il PAIGC e il MADEM-G15.
Queste elezioni sono state molto importanti in quanto il paese ha vissuto un periodo di incertezza politica dall’agosto 2015, quando il presidente José Mario Vaz ha licenziato l’allora primo ministro Pereira, leader del partito stesso del presidente, il partito PAIGC.
Il presidente uscente Vaz ha subito una crescente impopolarità e ha ricevuto solo il 12% dei voti durante il primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre scorso. La Guinea-Bissau ha lottato con la stabilità del governo, affrontando numerosi tentativi di colpo di stato, da quando ha ottenuto l’indipendenza dal Portogallo nel 1973.
Intanto Umaro Sissoco Embaló ha assunto in questi giorni la carica simbolica di presidente guineano. Il primo vicepresidente del parlamento gliene ha dato facoltà in modo simbolico, Umaro Sissoco Embaló ha annunciato una nuova era per il paese africano. Dopo la cerimonia, che si è svolta in un hotel, il neo presidente eletto già con la fascia presidenziale, è stato accompagnato dal presidente uscente, José Mário Vaz, al palazzo della presidenza nel centro di Bissau.
Il presidente del parlamento guineano, Cipriano Cassamá, che secondo la legge del paese è colui che concede l’inaugurazione al presidente eletto, ha delimitato la cerimonia, sostenendo di attendere la decisione del STJ in seguito all’appello presentato dal candidato Domingos Simões Pereira, sulle presunte irregolarità avvenute durante le elezioni.
Il primo ministro, Aristides Gomes parlando alla fine dell’incontro con un gruppo di ambasciatori accreditati in Guinea-Bissau dalla comunità internazionale ha assicurato che l’esecutivo persevererà e continuerà a lavorare per la pace, lo sviluppo e la sicurezza del paese.
Il dibattito su chi ha vinto il secondo turno delle presidenziali continua. Una parte dell’opinione pubblica è d’accordo sul fatto che, non esiste un presidente eletto, fino a quando la CNE non rispetta il giudizio del STJ. L’altra parte sostiene che con l’insistenza della CNE ad aver già fatto tutto ciò che si doveva fare e che il processo elettorale sia dunque concluso. Infine dopo aver dichiarato Umaro Sissoco Embaló, presidente eletto, c’è solo una via d’uscita, la sua investitura ufficiale come presidente della Repubblica.