Guinea. Condannato l’ex capo militare Camara a 20 anni di carcere per crimini contro l’umanità

di Giuseppe Gagliano

Alla fine di due anni di processo la Corte penale della Guinea ha condannato l’ex capo militare Moussa Dadis Camara a 20 anni di carcere per crimini contro l’umanità. Gli avvocati della difesa avevano sostenuto che riclassificare le accuse come crimini contro l’umanità il giorno della sentenza avrebbe privato gli imputati della possibilità di difendersi e violato il loro diritto a un giusto processo.
La Corte ha ordinato il pagamento di un risarcimento alle vittime, che varia da 23mila a 174mila dollari. Sia l’imputato che i querelanti hanno 15 giorni di tempo per presentare ricorso contro il verdetto. Il processo si è svolto in un contesto di continua repressione da parte dei militari al potere in Guinea, sia nei confronti dell’opposizione che dei media.
Secondo una commissione d’inchiesta incaricata dalle Nazioni Unite, la repressione mortale da parte del leader di una manifestazione dell’opposizione in uno stadio nella periferia della capitale Conakry nel 2009 aveva portato all’uccisione di almeno 156 persone e allo stupro 109 donne. Molti non erano riusciti a fuggire dagli spari dopo che la guardia presidenziale di Camara aveva circondato lo stadio e bloccato le uscite. Molte delle vittime erano state uccise a colpi di arma da fuoco, schiacciate o accoltellate, mentre alcune donne erano state trascinate fuori dal nascondiglio e stuprate in gruppo per diversi giorni da uomini in uniforme.
Le accuse nei confronti di Camara e altri sette comandanti militari includevano omicidio, stupro, tortura e rapimento, e sarebbero state classificate come crimini contro l’umanità. Alcuni parenti delle vittime hanno elogiato il verdetto, mentre altri hanno affermato che la decisione è stata appena sufficiente. Altri quattro imputati sono stati assolti.