Guinea Equatoriale. Elezioni generali: il presidente Mbasogo si candida per il sesto mandato

di Alberto Galvi

Si svolgeranno in Guinea Equatoriale il prossimo 20 novembre le elezioni generali, e nello stesso giorno le elezioni presidenziali, legislative, senatoriali e municipali. I tre candidati per le elezioni presidenziali sono il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo per il sesto mandato, Esono Ondo e Monsuy Asumu, che si presenta per la quarta volta. Il presidente è eletto direttamente con voto popolare a maggioranza semplice per un mandato di 7 anni, eleggibile per un secondo mandato. Il primo ministro e i vice primi ministri sono nominati dal presidente.
Il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo è alla guida del piccolo paese dell’Africa centrale da oltre 43 anni. Rieletto nel 2016 con oltre il 93,7 per cento dei voti Obiang, a 80 anni, detiene il record mondiale di longevità al potere per un capo di Stato vivente, monarchie escluse. Obiang è il leader del PDGE (Partito Democratico della Guinea Equatoriale), unico partito del paese fino al 1991.
Il PDGE conta 99 dei 100 seggi dell’Assemblea nazionale uscente e tutti i 55 seggi del Senato. L’Assemblea nazionale è bicamerale composta da Senato. con 70 seggi statutari ma 72 seggi per il mandato in corso, di cui 55 membri eletti direttamente, mentre 15 sono nominati dal presidente, e 2 d’ufficio. La Camera dei deputati è composta da 100 seggi, i cui membri sono eletti direttamente per un mandato di 5 anni.
Andrès Esono Ondo sarà il candidato della CPDS (Convergenza per la Socialdemocrazia) e corre per la prima volta a questa carica, mentre Monsuy Asumu è candidato per la quarta volta, anche se non è mai stato un vero avversario del presidente Mbasogo. Asumu ha partecipato alle elezioni nel 2002, 2009 e 2016, raccogliendo solo pochi consensi.
La Guinea Equatoriale è un paese ricco di idrocarburi, ed è uno degli più Stati più autoritari del mondo. Da diverse settimane la polizia guineana conduce una spietata campagna di arresti e incarcerazione di oppositori con la motivazione, secondo il regime, di aver sventato complotti; i leader dell’opposizione vivono per lo più in esilio.
Dopo il violento arresto di oltre 150 attivisti del partito CI (Cittadini per l’Innovazione), bandito insieme al suo leader Gabriel Nse Obiang Obono, la REDHAC (Rete dei Difensori dei Diritti Umani in Africa Centrale), ha denunciato la repressione volta a ridurre al silenzio la popolazione.