Guinea Equatoriale. La crisi politica ed economica del Paese al tempo del Covid-19

di Alberto Galvi

Lo scorso 14 agosto il governo della Guinea Equatoriale è stato costretto alle dimissioni dal presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo del partito PDGE (Partido Démocratico de Guinea Ecuatorial) per la sua incapacità di risolvere la crisi economica del Paese. Appena quattro giorni dopo il premier Francisco Pascual Obama Asue anche lui del PDGE, è stato riconfermato insieme a tutto il suo governo dal presidente Obiang, una mossa però criticata dall’opposizione del Paese.
Obiang ha governato l’ex colonia spagnola da quando ha rovesciato suo zio con un colpo di Stato nel 1979, facendo affidamento sulla repressione degli oppositori politici e sulle ricchezze petrolifere offshore del Paese. Il presidente equatoguineano è il leader in carica più longevo dell’Africa ed è stato descritto dalle organizzazioni per i diritti umani come uno dei dittatori più sanguinari del continente africano.
Il clan di Obiang è il Mongomo, che proviene dall’enclave continentale di Rio Muni, al confine con il Gabon. Inoltre in quell’area c’è una controversia tra la Guinea Equatoriale e il Gabon sulla sovranità del Mbane e delle isole minori occupate dal Gabon al fine di creare un confine marittimo nella baia di Corisco, ricca di idrocarburi. Le altre dispute territoriali che ha in corso la Guinea Equatoriale sono con Paesi come il Camerun e la Nigeria.
Il presidente equatoguineano ha sciolto l’ultimo governo nel febbraio 2018, prima di riconfermare Francisco Asue come primo ministro, che è stato premier dal 2016.
Il governo di Francisco Pascual Obama Asue è stato obbligato ad adottare misure rigorose per mitigare gli effetti di una grave recessione economica e prevenire l’instabilità sociale. Le entrate statali della Guinea Equatoriale dipendono per il 90 per cento dal petrolio e dal gas.
La Guinea Equatoriale dal 2014 ha sofferto di una crisi innescata dal crollo del petrolio, che è stata aggravata negli ultimi mesi da un suo forte calo causato dalla pandemia da Covid-19. 
Secondo il leader del partito di opposizione CI (Ciudadanos por la Innovación) non c’erano ragioni politiche che giustificassero la sua riconferma. Nelle ultime settimane si è ipotizzato che potrebbe avvenire un rimpasto di governo per rafforzare la posizione del figlio del presidente.
Il vicepresidente Teodorin Obiang è stato invece condannato durante un processo in contumacia per appropriazione indebita in Francia nell’ottobre 2017. Il tribunale gli ha confiscato beni per un valore superiore ai 100 milioni di euro.
Obiang ha negato le accuse, dicendo che la sua ricchezza proveniva da fonti legittime. I pubblici ministeri francesi invece hanno accusato il vicepresidente equatoguineano in quanto aveva saccheggiato la ricchezza petrolifera del suo Paese per acquistare auto di lusso come Ferrari, Bentley, Lamborghini e Rolls Royce.
La Guinea Equatoriale continua ad essere un’economia con un enorme potenziale di sviluppo e crescita, ma servono riforme strutturali mirate per ripristinare l’industrializzazione e la diversificazione delle fonti, rafforzando il sistema finanziario come motore chiave della crescita nel settore non petrolifero.