Himalaya: crescono le tensioni tra la Cina e l’India

di Enrico Oliari

Le continue scaramucce tra militari cinesi e indiani potrebbero portare ad un pericoloso conflitto tra i due paesi, che condividono un confine poco delimitato e dalle diverse aree contese di 3.380 chilometri. Dieci giorni fa una ventina di soldati indiani erano rimasti uccisi in scontri a suon di mazze chiodate, mentre le vittime fra i cinesi erano state 43 tra cui il comandante militare dell’area. I fatti si erano svolti nella valle del Galwan in un’area a 4.300 metri di altitudine, e quanto accaduto aveva mandato in fumo una recente intesa sulla graduale diminuzione del conflitto lungo la frontiera risalente al 1962.
Sulla possibile escalation è intervenuto ieri alla Camera dei Comuni il premier britannico Boris Johnson, il quale ha definito quanto accaduto nella regione del Ladakh orientale “estremamente grave e preoccupante”, ed ha invitato le parti ad individuare una soluzione attraverso il dialogo. Nonostante l’appello di Johnson, Pechino e Nuova Delhi continuano a rimpallarsi le responsabilità sull’accaduto, con l’India che accusa la Cina di aver istallato nella valle del Galwan un campo militare e di aver fatto affluire armi e militari nella piana di Depsang.
In questi giorni il ministro della Difesa indiano, Rajnath Singh, si è recato a Mosca per chiedere di anticipare la commessa, prevista per il dicembre del prossimo anno, delle batterie da difesa S-400 Triumph per un valore di 5,3 miliardi di dollari, nonostante i russi avessero fatto sapere che a causa dell’epidemia da Covid-19 vi sarebbero potuti essere ritardi alla consegna.
Gli S-400 sono la versione più moderna di missili da difesa aerea prodotti dalla Nkb Fakel ed esportati dalla compagnia russa a controllo statale Robonorexport, e nella versione missilistica 40N6 possono garantire una gittata di 400 chilometri. Tra le proteste di Nato e Usa sono stati di recente acquistati dalla Turchia, mentre la Cina già li possiede. Al contrario l’India è attualmente ferma alla versione precedente del sistema difensivo, gli S-300.
Secondo diversi analisti cinesi, tra cui il ricercatore dell’Accademia cinese di scienze sociali Liu Xiang, dietro alle pressioni indiane sul confine vi sarebbero gli Usa. Sul Global Times Liu ha spiegato che l’amministrazione Trump punterebbe a creare tensioni militari con la Cina nel quadro della strategia indo-pacifica americana, e difatti agli scontri si è arrivati dopo la costruzione da parte indiana di una strada nelle aree contese che collega Ladakh e Askai Chin. Già nel 2017 tuttavia erano stati i cinesi a costruire una strada nell’altipiano di Doklam, in un’area al confine con il Sikkim indiano ma rivendicata dal Bhutan, paese alleato di Nuova Delhi.

Sistema difensivo S-400. (Foto Ministero della Difesa russo).