Hong Kong. Condannato a 14 mesi il magnate Jimmy Lai, in prima linea per la democrazia

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Il magnate dell’editoria Jimmy Lai è stato condannato a 14 mesi di reclusione per aver organizzato e preso parte alle manifestazioni pro democrazia di Hong Kong.
L’uomo, che ha 73 anni e che è in carcere a causa del suo impegno politico, è stato arrestato nell’agosto scorso per via della controversa legge sulla sicurezza nazionale di Pechino.
Lai è proprietario di Apple Daily e Next Magazine, un quotidiano ed una rivista critici nei confronti del governo locale di Carrie Lam e quindi vicino al movimento pro democrazia. L’uomo è accusato in base alla legge sulla sicurezza di collusione con potenze straniere, ma sui media cinesi, ben abituati ad essere allineati al partito, è stato descritto come un “istigatore d’odio”, di uno che con le sue pubblicazioni ha diffuso voci false e diffamato le autorità di Hong Kong e il continente per anni”. In agosto erano stati arrestati anche due dei suoi figli, di cui uno amministratore senior di Next Digital.
In risposta la cittadinanza di Hong Kong era corsa a comprare una copia dell’Apple Daily quale segno di solidarietà, ed il giornale che di solito tirava 70mila copie, nell’occasione era stato prodotto in quasi 570mila. Più che sulle barricate e negli scontri la protesta allora era girata in borsa, con il movimento pro democrazia che aveva invitato la popolazione ad acquistare azioni dei due media di Jimmi Lai: il risultato fu che il titolo venne decuplicato, passando dai 60 milioni di Hkd (dollaro di Hong Kong, 1 Hkd = 0,11 euro) di di capitalizzazione a 370 milioni in una sola settimana.