Hong Kong. Un milione in strada per la legge sull’estradizione in Cina

Notizie Geopolitiche

Un milione di persone hanno manifestato oggi ad Hong Kong per protestare contro la legge che darebbe la possibilità alle autorità cinesi di arrestare gli oppositori politici e di portarli al di fuori del territorio semi-autonomo dell’ex colonia britannica per processarsi in Cina.
Al momento Hong Kong non ha accordi di estradizione con la Cina, ma la nuova legge, sostenuta dai partiti filocinesi che formano la maggioranza guidata da Cheng Yuet-ngor (conosciuta con l’alias inglese di Carrie Lam), li consentirebbe come pure, stando ai manifestanti, gli arresti arbitrari dei dissidenti.
Difficilmente la manifestazione di oggi, che si è svolta in modo pacifico, potrà arrestare il prosieguo del disegno di legge come già fu per la protesta degli Ombrelli, attuata contro la decisione presa dal Comitato permanente del Congresso del Popolo nazionale (Npc) secondo cui dal 2017 sono i cittadini a scegliere il responsabile dell’Esecutivo locale, però fra due o tre candidati ricavati da una rosa di nomi approvati da Pechino, ovvero “patriottici”.
Il timore delle opposizioni di Hong Kong è che si vada verso una graduale perdita dell’autonomia territoriale e che venga mento quel “un paese, due sistemi” annunciato alla vigilia della consegna alla Cina dell’ex colonia britannica, avvenuta il 1 luglio 1997.
Divenuta colonia britannica dopo la Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842), Hong Kong si espanse nel 1898 fino a comprendere il perimetro della penisola di Kowloon. In base ai trattati sarebbe rimasta britannica per 99 anni, com’è stato.
Amministrata come provincia speciale, è sede di uno dei principali centri finanziari internazionali. Conta 7 mln e mezzo di abitanti.