Hong Kong. Una marea umana in strada per chiedere le dimissioni di Carrie Lam

Sospeso il disegno di legge, ma gli hongkonghesi temono l’erosione dell’autonomia. La premier si scusa pubblicamente.

di Guido Keller

Non è bastato agli abitanti di Hong Kong l’annuncio da parte di Pechino del rinvio sine die della discussione sul disegno di legge per le estradizioni. Una marea umana, certamente ben più del milione di manifestanti di domenica scorsa, ha invaso le strade della città asiatica scandendo slogan contro la governatrice Carrie Lam e il potere centrale. Chi protesta chiede le dimissioni, ma soprattutto il completo affossamento del disegno di legge che consentirebbe alle autorità di Hong Kong di estradare nella Cina continentale criminali ma anche oppositori e dissidenti.
In ballo c’è la fine di quel “un paese, due sistemi” promesso alla vigilia della consegna alla Cina dell’ex colonia britannica, avvenuta il 1 luglio 1997, attraverso una graduale perdita dell’autonomia territoriale che già è iniziata con l’introduzione nel 2017 di un sistema elettorale da parte del Comitato permanente del Congresso del Popolo nazionale (Npc) che prevede per l’elezione del capo del governo locale la scelta fra due o tre candidati ricavati da una rosa di nomi approvati da Pechino, ovvero “patriottici”. Cosa che è successa con l’attuale premier di Hong Kong Carrie Lam, alias anglofono di Cheng Yuet-ngor, considerata per l’appunto la longa manus delle autorità centrali e comunque al governo grazie alla forte di una maggioranza di partiti filo cinesi. Una realtà che allora portò alla protesta degli Ombrelli e a “Occupy central”.
Intervenendo pubblicamente Carrie Lam, la cui figura si sta indebolendo agli occhi del governo centrale, ha ammesso che “sono stati commessi errori nel lavoro, cosa che ha portato a molti conflitti e dispute nella società di Hong Kong e hanno deluso e afflitto molti cittadini”. Si è quindi scusata promettendo di “accettare le critiche con l’atteggiamento più sincero e umile”.
Per quanto colossale, cosa che ha obbligato le autorità a chiudere diverse fermate della metro, l’onda umana è descritta come del tutto pacifica, senza gli scontri che si sono registrati martedì tra la polizia ed alcune centinaia di manifestanti.
Divenuta colonia britannica dopo la Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842), Hong Kong si espanse nel 1898 fino a comprendere il perimetro della penisola di Kowloon. In base ai trattati sarebbe rimasta britannica per 99 anni, com’è stato.
Amministrata come provincia speciale, è sede di uno dei principali centri finanziari internazionali. Conta 7 mln e mezzo di abitanti.