I rapporti tra Italia e Israele in occasione dell’indipendenza

di Domenico Letizia

Lunedì 8 Maggio si è svolto presso il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Maxxi) di Roma, la celebrazione del 69mo anniversario dell’indipendenza dello Stato di Israele. All’evento hanno partecipato il ministro dell’Interno, Marco Minniti, il viceministro agli Esteri, Mario Giro, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, il sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, il presidente della commissione Affari esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, il presidente Unione comunità ebraiche Noemi Di Segni e il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat. La presenza del Sindaco Barkat è stata anche testimonianza della concomitanza fra le celebrazioni per i 69 anni di Israele e le celebrazioni per il giorno di Gerusalemme, data in cui si celebra la riunificazione di Gerusalemme avvenuta dopo la Guerra dei Sei Giorni, nel 1967.
Ringraziando tutti i presenti, l’ambasciatore Ofer Sachs si è detto “emozionato e felice di essere a Roma ed al Maxxi” e ha ringraziato l’Italia per la ferma e decisa posizione di opporsi alla “scandalosa decisione dell’Unesco che nega i legami dell’ebraismo con Gerusalemme”.
Ai ringraziamenti dell’ambasciatore sulla posizione Italiana in sede Unesco si sono aggiunti i ringraziamenti di Johanna Arbib, presidente della Jerusalem Foundation. Per comprendere di cosa trattiamo ripercorriamo brevemente tutta la vicenda: Recentemente il consiglio esecutivo dell’Unesco, formato da 58 stati a rotazione fra i 195 che fanno parte dell’Agenzia, ha approvato una risoluzione che di fatto minimizza il rapporto fra gli ebrei e il principale complesso religioso di Gerusalemme considerato sacro sia dai musulmani sia dagli ebrei. In tutto il documento Unesco viene chiamato esclusivamente col suo nome islamico, al-Haram al-Sharif. È una scelta evidentemente voluta, dato che nello stesso documento altri siti religiosi meno importanti vengono chiamati sia col nome ebraico sia con quello islamico.
L’evento romano è stato occasione anche per ribadire i rapporti diplomatici tra lo stato d’Israele e l’Italia. In occasione dell’anniversario, l’ambasciatore Ofer Sachs ha consegnato un assegno per le vittime del terremoto italiano: “Il popolo di Israele attraverso il proprio ambasciatore in Italia Ofer Sachs ha inteso fare una donazione a favore degli agricoltori e degli allevatori colpiti dal terremoto”, notizia ribadita dalla Coldiretti che ha ricevuto l’assegno e ha sottolineato “la costante vicinanza dell’ambasciata di Israele per alleviare le sofferenze degli agricoltori delle quattro regioni colpite, fin dalle prime scosse. Un’attenzione che giunge da un Paese come Israele che ha fatto dell’agricoltura un elemento centrale della propria storia, cultura e alimentazione”, “Siamo sinceramente grati per l’importante gesto di solidarietà che ci sostiene nell’impegno per la ripresa di aree a forte vocazione agricola”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “si tratta di un gesto importante di amicizia e di incoraggiamento per le migliaia di agricoltori che non vogliono abbandonare il territorio”. Dopo la consegna dell’assegno vi è stato un grande applauso dovuto alla citazione delle parole: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. Un messaggio universale di Madre Teresa di Calcutta, che il vice ambasciatore Dan Haezrachyla ha voluto ribadire durante l’evento. Oggetto di particolare attenzione per Israele restano: la costante minaccia iraniana all’indomani dell’accordo sul nucleare; la crisi in Siria e il fenomeno Daesh; il pericolo dello “spillover” in Libano; l’esigenza di preservare la stabilità dell’Egitto con al-Sissi. Tutte problematiche che riguardano direttamente anche l’Europa e nella collaborazione con Israele è possibile ritrovare proposte di soluzioni.