I rapporti tra la Santa Sede e il Marocco

di Marco Baratto *

Il 2 aprile 1980 svolge la vista di re Hassan II presso la Sede di Pietro, la prima di un sovrano del Marocco al capo della Chiesa Romano-cattolica. Durante la visita il Santo Padre Giovanni Paolo II pronunciò il seguente discorso ricco di spunti e riflessioni. Infatti il romano pontefice ebbe a dire che “Fra i popoli dell’Africa del Nord, il vostro è l’erede di tradizioni particolarmente antiche e venerabili, di una civiltà che si è sempre distinta nel campo della cultura, dell’arte e della scienza. È giusto rendergli omaggio, ed apprezzare come si conviene un incontro con colui che lo governa preparandolo al suo avvenire. Tradizioni di fede anche. Il Marocco è un popolo di credenti. Sua Maestà vuole guidarlo nel rispetto di Dio, al quale noi dobbiamo sottometterci ed al quale noi cerchiamo di riferire ogni nostra azione. Questa responsabilità vi porta a proteggere le aspirazioni religiose dei vostri sudditi, e a manifestare la vostra benevolenza a quelli fra di essi, o ai vostri ospiti, che non appartengono all’Islam. Mi felicito personalmente per lo spirito di dialogo che vi conduce a stabilire delle relazioni con la Santa Sede in segno di stima per la Chiesa cattolica” In questo caloroso saluto rivolto a S. M Hassan II sono condensate tutta la storia di tolleranza religiosa del Marocco nei confronti anche dei cristiani. Questa prima visita di un sovrano di religione islmamica al capo della Chiesa Cattolica non rimase un unico episodio. Infatti, dopo questo incontro. Infatti, cinque anni dopo Sua Santità Giovanni Paolo II compì un importante viaggio apostolico in terra d’africa che comprendeva, sulla via del ritorno anche il Regno del Marocco. Il 19 Agosto 1985 si compiva a Casablanca un altro evento storico. Per la prima volta nella storia il Romano Ponteficie si indirizzava direttamente non alla comunità cattolica ma ai tanti giovani mussulmani: Come ebbe a dire il Papa : “ Il Marocco ha una tradizione di apertura; i vostri scienziati hanno viaggiato e voi avete accolto scienziati di altri paesi. Il Marocco è stato un luogo d’incontro delle civiltà: ha permesso scambi con l’Oriente, con la Spagna e l’Africa. Il Marocco ha una tradizione di tolleranza; in questo Paese musulmano, vi sono sempre stati degli ebrei e quasi sempre dei cristiani; ciò è stato vissuto nel rispetto, in maniera positiva. Voi siete stati e rimanete un paese ospitale. Voi siete dunque, giovani marocchini, preparati a diventare cittadini del mondo di domani, di questo mondo fraterno al quale aspirate con i giovani di tutte le nazioni”.
Con la visione profetica che caratterizzava questo grande papa continuò nel suo discorso a rimarcare l’antica storia di inclusione del Marocco: “Gli arabi del Machreq e del Maghreb, e più particolarmente i musulmani, hanno una lunga tradizione di studio e di sapere: letterario, scientifico, filosofico. Voi siete gli eredi di questa tradizione, voi dovete studiare per imparare a conoscere questo mondo che Dio ci ha dato, comprenderlo, scoprirne il senso, con il gusto e con il rispetto della verità, e per imparare a conoscere i popoli e gli uomini creati e amati da Dio, per prepararvi a servirli meglio”. E con altrettanto sguardo rivolto al futuro concludeva questo momento cosi importante per le relazioni tra cristianesimo e islam con questo invito: “Cerchiamo dunque di essere disponibili a lui, di essere sottomessi alla sua volontà, agli inviti che ci rivolge. Così le nostre vite ritroveranno un nuovo dinamismo. Allora potrà nascere, ne sono convinto, un mondo in cui gli uomini e le donne di fede viva ed efficiente canteranno la gloria di Dio e cercheranno di costruire una società umana secondo la volontà di Dio.”
Questa visita, già di sé per stessa importante, era stata preceduta nel febbraio del 1984 da uno scambio epistolare tra Hassan II e Giovanni Paolo II, che riconosceva lo statuto giuridico della Chiesa Cattolica in Marocco. Infatti, il 30 dicembre dell’anno precedente Hassan II stabiliva per la Chiesa Cattolica in Marocco poteva: “esercitare pubblicamente e liberamente nel Regno del Marocco le proprie attività ed in particolare quelle relative al culto, al magistero, alla giurisdizione interna, alla carità dei suoi fedeli e all’insegnamento religioso.” I rapporti tra Santa Sede e Marocco non mutano quando re Mohammed VI succede al Trono del Marocco Il venerdì 23 luglio 1999 e il 30 luglio 1999 si svolge la cerimonia di intronizzazione di Mohammed VI, Amir al-Mouminine, il quale effettua solennemente la preghiera del venerdì e pronuncia il suo primo discorso da Re, al Palazzo Reale di Rabat. Questa data diventa, ufficialmente, il giorno della Festa del Trono. Infatti, l’opera di Sua Maestà fin dai primi anni di Regno è improntata a quella di mantenere salda la tradizione di tolleranza del Marocco insita nella scelta sunnita e malikita. I buoni rapporti tra Marocco e Santa Sede e, più in generale la comunità cattolica del Marocco sono state anche al centro della visita di Papa Francesco che durante la cerimonia di arrivo in terra marocchina ha voluto ricordare: “Qui su questa terra, ponte naturale tra l’Africa e l’Europa, desidero ribadire la necessità di unire i nostri sforzi per dare un nuovo impulso alla costruzione di un mondo più solidale, più impegnato nello sforzo onesto, coraggioso e indispensabile di un dialogo rispettoso delle ricchezze e delle specificità di ogni popolo e di ogni persona. Questa è una sfida che tutti siamo chiamati a raccogliere, soprattutto in questo tempo in cui si rischia di fare delle differenze e del misconoscimento reciproco dei motivi di rivalità e disgregazione” .
Una attenzione da parte della Sede pietrina verso il Marocco è dimostrata anche dalla decisione di elevare al rango di cardinale (elettore) Cristóbal López Romero, il primo cardinale di Santa Romana Chiesa a capo della diocesi di Rabat.

* Incontri Culturali Franco Italiani.