Il cammino di Ankara in politica estera: tra mediazione e nuovi slanci revisionisti

di Michele Magistretti * –

Negli ultimi mesi la Turchia ha affrontato un periodo turbolento dal punto di vista economico e la politica interna è in subbuglio. Ankara deve far fronte a un’inflazione galoppante e alle nuove sfide che gli si presentano in molti quadranti regionali limitrofi. Se da una parte si è fatta promotrice di alcune iniziative diplomatiche di mediazione, dall’altra continua ad assumere un atteggiamento ambiguo, tornando ad utilizzare l’hard power oltre i propri confini. Vediamo quindi come si è sviluppato questo percorso che vede il Paese anatolico comportarsi in maniera differente a seconda dei diversi scenari strategici in cui è coinvolta.
Una strategia contraddittoria: tra mediazione e tentazioni revisioniste – Ankara sta provando a sfruttare il conflitto ucraino per molteplici scopi. Mentre da una parte il Governo cerca di farsi promotore della mediazione tra i belligeranti per la risoluzione della guerra, dall’altra prosegue la sua agenda revisionista nell’estero vicino.
La Turchia è sicuramente uno degli attori fondamentali del conflitto russo-ucraino. Mentre ha assunto il ruolo di honest broker diplomatico, continua a rifornire militarmente Kiev, ma allo stesso tempo ha adottato una linea più morbida dell’Occidente riguardo le sanzioni. Pur avendo chiuso lo spazio aereo ai voli civili e militari russi diretti in Siria e bloccato gli Stretti, secondo i dettami della Convezione di Montreux, non ha imposto sanzioni sugli oligarchi russi e i loro asset nel Paese. Ankara cerca così di preservare i rapporti con Kiev e la relazione con Mosca, provando contemporaneamente a ricucire con gli alleati occidentali, Francia e USA in particolare.
Nonostante gli sforzi profusi per mostrare un cambio di passo e di approccio nella gestione della propria politica estera, Ankara continua ad assumere un atteggiamento aggressivo nei confronti della Grecia. Da metà aprile, proseguono senza sosta le violazioni dello spazio aereo greco da parte dell’aviazione militare turca su alcune isole del Mar Egeo. Diversi funzionari della diplomazia ellenica e lo stesso primo ministro Mitsotakis hanno lamentato queste violazioni della sovranità greca in vari fori istituzionali a livello internazionale e regionale. Inoltre, dalla seconda metà di aprile, Ankara ha condotto una nuova offensiva nel Kurdistan iracheno, colpendo numerosi obbiettivi del PKK. La dirigenza turca ha giustificato questa escalation come azione preventiva per scongiurare una possibile offensiva su vasta scala da parte del gruppo terrorista curdo. Il timing scelto per questa nuova operazione sembra dovuto alla volontà di capitalizzare in senso strategico la “distrazione” degli alleati occidentali e di promuovere un’azione di forza da rivendere all’opinione pubblica interna.
Proseguono invece gli sforzi di Ankara per la riconciliazione con i Paesi del Golfo e Israele. Secondo alcune fonti palestinesi, Ankara starebbe espellendo alcuni membri dell’ala militare di Hamas dal proprio territorio. In questo modo, il paese anatolico prova a tendere una mano alla controparte israeliana nel processo di riavvicinamento, che però potrebbe essere minato dal momento di tensione interna che lo stato ebraico sta attraversando. Sempre nel quadro del disgelo dei rapporti interni al Consiglio di Cooperazione del Golfo, il presidente turco ha intrapreso un viaggio in Arabia Saudita, prima visita dal 2017. A inizio mese, Ankara ha consentito il trasferimento a Riad del processo per l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, un dossier su cui invece i due paesi si erano aspramente contrapposti e scontrati in passato. Dato il momento di fragilità economica del Paese, il presidente turco prova a rammendare i rapporti con le ricche monarchie del Golfo in modo da ottenere aiuti finanziari, anche in vista delle elezioni del 2023.
In conclusione, la Turchia sta portando avanti una politica estera estremamente attiva che cerca di tener conto della complessità dei vari scenari, applicando a ciascuno di essi, un approccio diverso.

* Mondo Internazionale Post.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.