Il mecenatismo dell’Azerbaijan fa scoprire una testa di Dioniso a Roma

di Enrico Oliari

Gli scavi archeologici di via Alessandrina a Roma, sui Fori Imperiali, hanno portato ieri alla scoperta di una testa marmorea del dio Dioniso, databile fra i I e il II secolo d.C.
Claudio Parisi Presicce, responsabile scientifico dello scavo, ha spiegatop che il materiale è marmo proveniente da Luni, le dimensioni sono di poco superiori rispetto a quelle reali e che “i capelli sono raccolti da una fascia, decorata con il fiore di corimbo, e sul lato della testa si intravede una foglia d’edera. È l’iconografia nota, e immediatamente riconoscibile, legata al dio”.
L’opera era incassata in un muro risalente al Tardo medioevo ed era stata riciclata come materiale edilizio, cosa comune all’epoca; è già stata portata per motivi di sicurezza nei depositi della Sovaintendenza, dove verrà ripulita; si presenta in buone condizioni, manca la copertura degli occhi, forse fatta di pasta vitrea o di gemme prezioe asportate.
A premettere il proseguimento dei lavori del cantiere, a tratti interrotti per il ritrovamento di cavi per l’illuminazione pubblica, è stato il milione di euro donato dal ministero della Cultura e del Turismo dell’Azerbaijan il 15 luglio 2014, in occasione della visita del presidente Ilham Aliyev, che incontrò l’allora sindaco Ignazio Marino.