Il Qatar respinge nuovamente le 13 condizioni. L’emiro, ‘chiudano prima al-Arabiya!’

di Guido Keller –

Come già aveva annunciato in occasione della sua visita a Roma il ministro degli Esteri Mohammed al-Thani, il Qatar è tornato a respingere le 13 condizioni imposte da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Egitto per porre fine all’isolamento, dopo l’accusa di sostegno del terrorismo, incredibile perché mossa da paesi come l’Arabia Saudita, che in materia non piò certo dire di essere casta e pura.
Più probabilmente alla base della crisi diplomatica vi è l’interazione del nemico pubblico numero uno in Medio Oriente, cioè l’Iran, paese con il quale Doha condivide giacimenti di gas per motivi geografici.
Tra le 13 condizioni vi erano quelle evidentemente non accettabili della chiusura del principale media panarabo al-Jazeera, accusato dall’Egitto di diffondere la dottrina dei Fratelli Musulmani e in diretta concorrenza con la saudita al-Arabiya, dell’interruzione dei rapporti con l’Iran, della chiusura della base turca di Doha e di “riparazioni” in denaro da versare ai sauditi e agli altri paesi del blocco.
La lettera di rifiuto è stata consegnata ai quattro paesi del blocco attraverso la mediazione del Kuwait, e subito è stata considerata una “negativa dimostrazione di mancanza di serietà”. E, a quanto è stato riferito, l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani avrebbe affermato di essere disposto a chiudere al-Jazeera solo dopo la stessa misura dei sauditi con al-Arabiya.
Il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, ha quindi affermato in conferenza stampa che “il boicottaggio economico e politico continuerà fin quando il Qatar non rinuncerà alle proprie posizioni”, e c’è chi come gli Emirati Arabi Uniti chiedono l’espulsione del Qatar dal Consiglio di cooperazione del Golfo.
Intanto Iran e Turchia continuano a rifornire il Qatar con la fornitura di generi alimentari, almeno 6mila tonnellate al giorno. La Qatar Airways, i cui aerei di linea non possono in questo momento sorvolare i quattro paesi accusatori (seguono altre linee, come quella iraniana) ha trasferito 4mila mucche dall’Australia.
Alla base della crisi diplomatica vi è la non nuova competizione tra il Qatar e l’Arabia Saudita per il controllo del Medio Oriente sunnita, con il primo paese che si presenta ruggente e dall’economia forte, il secondo fortemente legato agli Usa (Riad ha in mano 700 miliardi del debito Usa e nella recente visita di Donald Trump sono stati venduti aerei per 110 miliardi di dollari), ma è politicamente instabile per via della faida interna alla numerosa discendenza di re Salman e dei suoi predecessori per la spartizione del potere.