Il Senegal minaccia l’invasione del Gambia. Ultimatum alla mezzanotte

di Angelo Gambella –

Dopo che il parlamento del Gambia ha esteso il mandato del presidente uscente di tre mesi, il paese sta virando pericolosamente verso la guerra civile.
Il presidente uscente Yahya Jammeh, al potere dal 1994 a seguito di un golpe, rifiuta infatti di lasciare il potere al capo di stato regolarmente eletto e dichiara lo stato d’emergenza.
Si apprende che migliaia di persone stanno lasciando il paese via terra, mentre è in corso la ressa per gli occidentali all’aeroporto internazionale per trovare un volo civile.
“Ci sentiamo sicuri, perché il nostro consenso é chiaro, non abbiamo nulla da temere, siamo ancora in Gambia e non andiamo da nessuna parte” è invece la dichiarazione di Halifa Sallah.
Truppe senegalesi si stanno spostando in queste ore verso il confine con il Gambia, paese interamente circondato dal Senegal, se si eccettua lo sbocco nell’oceano. Di fatto si è già formata una coalizione di paesi africani aderenti all’Ecowas, della quale si è dichiarata da subito disponibile la Nigeria, che ha posto in allerta truppe e i suoi aerei da combattimento.
L’ultimatum del Senegal è di dimissioni immediate, entro la mezzanotte locale.
Importanti differenze riguardano i due stati da un punto di vista strettamente etnico e religioso: il Senegal è uno stato francofono a maggioranza musulmana (90%), secolare, mentre il Gambia è uno stato anglofono che dal dicembre del 2015 si è dichiarato “stato islamico” per volontà di Yahya Jammeh, con la denominazione di Repubblica Islamica del Gambia, nonostante anche questo paese sia popolato da una minoranza cristiana. Restano dunque retaggi coloniali e rivalità etniche, nell’indipendenza ottenuta senza ancora una vera e propria maturità democratica. Il paese è dunque alla prova, nella scelta tra democrazia e guerra civile.
La coalizione africana è formata da Senegal, Nigeria, Mali, Togo e Ghana.
Forti pressioni vengono esercitate in queste ore dal presidente della Mauritania nei confronti di Jammeh.
Si tenta, quindi, di scongiurare la prova di forza. L’ultimatum resta fissato alla mezzanotte.