Il Tribunale delle acque di Valencia e la nuova visione del patrimonio liquido

di Domenico Letizia

Un evento e contemporaneamente un’istituzione della Spagna è il Tribunale delle Acque di Valencia, conosciuto anche come il Tribunal de la Vega. Il tribunale è il più antico d’Europa tra quelli tutt’ora investiti di azione giurisdizionale, ed è stato dichiarato patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. I suoi giudici si riuniscono nella Porta degli Apostoli della Cattedrale tutti i giovedì e sono investiti di una grande autorità. Il compito della struttura è quello di difendere i diritti dei contadini e i suoi giudici sono molto conosciuti in Spagna per la velocità con cui si risolvono i problemi. Il tribunale è composto da otto contadini eletti all’unanimità ogni due anni, tra i quali viene nominato il presidente. Indossano la tipica blusa di campagna e sono corredati da un arpione in ottone con due punte, simbologia di esercizio dell’autorità.
Il Tribunale ha lo scopo di risolvere i problemi legati alle acque della città e delle campagne. La giustizia si amministra attraverso un processo orale di breve durata, in lingua valenciana, e le sue sentenze sono inappellabili. Si fa tradizionalmente risalire la nascita di questo organo giudiziario, al 960 d.C. Esempio unico nel suo genere, senza eguali in Europa, imitato anche da altri corti europee nel corso della storia.
Ogni esposto viene sottoposto al tribunale e dopo l’ascolto della difesa si procede alle domande e alla verifica della questione. Successivamente si decide se vi è “reato” o no e, in tal caso, viene imposta la sanzione per l’autore del reato, secondo lo statuto delle “Comunità di irrigazione”. L’istituzione è impegnata nella difesa dell’ambiente e del patrimonio liquido attraverso le armi giuridiche e del diritto. Si svolgono spesso, come nel 2014, dibattiti internazionali sulla gestione delle risorse idriche con esempi della penisola iberica, approfondimenti sulla conoscenza del rapporto tra patrimonio liquido e comunità umana durante l’epocaromana, visigota e musulmana, numerose analisi dellestrutture architettoniche, vertenze sui dibattiti di giurisdizione internazionale e proposte di sviluppo economico sostenibile. Il Water Tribunal di Valencia è membro del Global Network of Water Museums e nel giugno di quest’anno si svolgerà la terza “International Conference of the UNESCO Global Network of Water Museums”, con la presenza di relatori internazionali. Ai lavori parteciperanno anche l’Università di Venezia Ca’ Foscari, i rappresentanti del Water Museum of Venice e il Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua. La comunità iberica locale, con l’avallo dell’Unesco, sta esercitando molta pressione sugli organismi dell’Unione Europea affinché diventi protagonista di un uso “intelligente” dell’acqua, secondo il modello dello sviluppo sostenibile, denunciando l’illogico consumo mondiale dell’acqua che triplicherà nei prossimi dieci anni. Il Global Network, a cui è federato il tribunale, punta a diffondere una “nuova cultura dell’acqua” a partire dal grande pubblico dei musei, mira a riconnettere le tecniche e i modelli di gestione ereditati dal passato alle attuali visioni pianificatorie, valorizzando quel patrimonio di conoscenze e saperi che hanno plasmato, nei secoli, paesaggi dell’acqua unici e irripetibili, ma che oggi rischiano di svanire a causa dell’incuria, della superficialità o, peggio, di politiche poco attente. La sicurezza idraulica di un territorio è raggiungibile mediante un governo lungimirante delle acque ma anchedal riconoscimento della necessità di liberare i corsi d’acqua dagli interessi delle brame utilitaristiche, dall’odierna pressione antropica, esercitata sia come sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali, sia come vero e proprio assedio dell’edificazione. Elementi di analisi da sempre al centro del dibattito tra i protagonisti del “Tribunal de la Vega” che vedrà nuovi argomenti di discussione, come il rapporto tra la valorizzazione dell’acqua e i social media, durante i prossimi lavori di giugno.