
di Giuseppe Gagliano –
La rivelazione secondo cui la Research and Analysis Wing (RAW), l’agenzia di intelligence indiana, avrebbe orchestrato dal 2021 un programma di eliminazioni mirate contro individui legati a gruppi terroristici operanti in Pakistan aggiunge un ulteriore livello di complessità alle già precarie relazioni tra India e Pakistan. Secondo fonti pakistane e occidentali, citate dal Washington Post, gli omicidi sarebbero stati eseguiti da sicari locali o afghani, evitando il coinvolgimento diretto di cittadini indiani. Questo programma, apparentemente mirato a colpire i leader di Lashkar-e-Taiba e Jaish-e-Muhammad, riflette una strategia che mescola diplomazia segreta, azione cinetica e calcolo geopolitico.
L’India giustifica il proprio approccio con l’esigenza di contrastare le minacce rappresentate da gruppi terroristici attivi in Pakistan, che spesso hanno colpito il territorio indiano, inclusi gli attacchi a Mumbai nel 2008 e a Pulwama nel 2019. Lashkar-e-Taiba e Jaish-e-Muhammad, designati come organizzazioni terroristiche dalle Nazioni Unite, sono stati a lungo considerati strumenti di guerra asimmetrica utilizzati da Islamabad per destabilizzare l’India, soprattutto nella regione contesa del Kashmir.
La scelta della RAW di utilizzare intermediari a Dubai e sicari non indiani per eseguire questi omicidi suggerisce una sofisticata comprensione delle dinamiche geopolitiche. Evitare il coinvolgimento diretto di cittadini indiani riduce il rischio di escalation diplomatica immediata e consente all’India di mantenere un certo grado di plausibile negazione. Tuttavia, la complessità di tali operazioni rivela un crescente utilizzo dell’intelligence operativa come strumento di proiezione strategica.
Le relazioni tra India e Pakistan sono da decenni segnate da rivalità, conflitti aperti e tensioni costanti. In questo contesto, il programma di eliminazioni mirate della RAW non può essere considerato un’azione isolata, ma piuttosto un tassello di una strategia più ampia. L’obiettivo non è solo eliminare minacce immediate, ma anche inviare un messaggio chiaro ai gruppi terroristici e ai loro presunti sostenitori statali: l’India non rimarrà passiva di fronte a minacce alla sua sicurezza nazionale.
Tuttavia, questa politica espone l’India a rischi significativi. Islamabad, che ha già accusato New Delhi di destabilizzare il Pakistan attraverso operazioni segrete, potrebbe utilizzare queste rivelazioni per rafforzare il proprio discorso sul “terrorismo sponsorizzato dall’India”. Inoltre, il coinvolgimento di intermediari a Dubai e di sicari afghani potrebbe complicare ulteriormente le relazioni regionali, coinvolgendo potenzialmente Emirati Arabi Uniti e Afghanistan, entrambi attori strategici nell’Asia meridionale.
Se confermato il programma della RAW rischia di alimentare una pericolosa spirale di escalation. Il Pakistan potrebbe rispondere con operazioni simili sul territorio indiano, intensificando le tensioni in un momento in cui la regione del Kashmir continua a essere un focolaio di instabilità. Inoltre, l’uso di sicari e intermediari stranieri introduce un livello di imprevedibilità che potrebbe portare a conseguenze non intenzionali, incluse vittime civili o errori di calcolo che potrebbero compromettere l’intera strategia.
Un altro elemento critico è il possibile impatto sulla comunità internazionale. Sebbene molti Paesi occidentali condividano le preoccupazioni indiane riguardo ai gruppi terroristici operanti in Pakistan, l’utilizzo di metodi extragiudiziali per affrontare queste minacce potrebbe sollevare questioni legate ai diritti umani e al diritto internazionale. Questo potrebbe compromettere la posizione diplomatica dell’India e fornire al Pakistan nuovi argomenti per dipingere New Delhi come un attore destabilizzante.
Il programma di eliminazioni mirate riflette una trasformazione significativa nell’approccio dell’intelligence indiana. Tradizionalmente focalizzata sulla raccolta di informazioni e sulla difesa, la RAW sembra ora adottare una strategia più offensiva, simile a quella già vista in altre agenzie come il Mossad israeliano. Questo cambiamento segnala una crescente assertività dell’India sul palcoscenico internazionale, ma comporta anche rischi considerevoli.
L’utilizzo di intermediari e di risorse locali indica una maturità operativa, ma potrebbe anche rivelarsi un’arma a doppio taglio. Le operazioni di questo tipo richiedono un coordinamento impeccabile e una gestione accurata delle conseguenze politiche. Qualsiasi errore potrebbe compromettere l’intera strategia, esponendo l’India a critiche interne ed esterne.
Le rivelazioni sul programma della RAW rappresentano un nuovo capitolo nelle tensioni indo-pakistane, evidenziando il ruolo crescente dell’intelligence come strumento di politica estera. Mentre l’India cerca di proteggere i propri interessi e di inviare un segnale chiaro ai gruppi terroristici, il rischio di escalation e le implicazioni geopolitiche non possono essere ignorati. In un contesto regionale già instabile, questa strategia potrebbe sia rafforzare la posizione di New Delhi sia aprire la porta a nuove sfide, rendendo il futuro delle relazioni tra India e Pakistan ancora più incerto.