India. Il governo Modi tra pandemia e crisi economica

di Alberto Galvi

L’India ha superato la Russia per diventare il terzo Paese al mondo più colpito dalla pandemia di coronavirus. I contagiati nel Paese asiatico sono più di 700mila solo dietro gli Stati Uniti e il Brasile.
Con l’inizio della seconda fase e la riapertura delle attività economiche sono aumentati i numeri dei contagi in diversi Stati del Paese come il Kerala, il Bengala Occidentale, l’Assam e il Jharkhand dove si è dovuto reimpostare la quarantena essendo le aree più colpite dal virus.
Il numero dei contagiati sta invece crescendo a un ritmo più rapido rispetto a quello nazionale in Stati come il Karnataka, il Telangana, l’Andhra, il Pradesh e il Tamil Nadu.
Le principali città come Nuova Delhi e Mumbai sono state colpite più duramente dal contagio. Nuova Delhi ha recentemente aperto un nuovo ospedale temporaneo dotato di 10mila letti per accogliere i nuovi pazienti contagiati.
Altre città hanno inasprito le regole della quarantena, come la capitale dello Stato del Kerala, Thiruvananthapuram, che ha istituito una nuova quarantena e ha chiuso i trasporti pubblici e ha consentito alle sole farmacie di rimanere aperte.
Il Paese è uscito da una quarantena di due mesi alla fine di maggio solo per scoprire che non è riuscito ad appiattire la curva dei contagi.
L’India è il secondo Paese più popoloso del mondo, con oltre 1,3 miliardi di persone, inoltre in questo periodo un’ondata di caldo causato dall’inizio della stagione dei monsoni ha aggravato la crisi.
Sebbene l’India sia il terzo Paese al mondo per numero di contaminazioni è solo l’ottavo in termini di morti. In precedenza gli Stati dell’India meridionale erano riusciti a tenere a bada i contagi, nonostante avevano avuto un impatto diretto sul fragile sistema sanitario del Paese.
Il governo Modi ha revocato le restrizioni per riavviare un’economia che è stata colpita da una delle quarantene più severe e più lunghe del mondo. Le aziende sono state riaperte e le macchine sono tornate a riempire le strade.
Inoltre sono stati riaperti i ristoranti, i centri commerciali, gli uffici e i luoghi religiosi nella maggior parte dei casi. Rimangono invece ancora chiuse scuole, metropolitane, cinema, palestre, piscine e i voli internazionali.
Il premier Modi ha avvertito che il Paese è in una fase critica nella sua lotta contro il virus, anche perché molte persone non stanno rispettando le linee guida per prevenirne la diffusione come indossare la mascherina, lavarsi le mani frequentemente e mantenere le distanze sociali.
L’india vive di grosse contraddizioni a livello economico con una vasta popolazione di lingua inglese istruita che è diventata una grande esportatrice di servizi informatici, anche se il reddito pro capite rimane al di sotto della media mondiale.
Per mitigare la ricaduta economica, il governo Modi aveva annunciato un pacchetto da 266 miliardi di dollari a sostegno di misure fiscali e monetarie, che si dice valesse circa il 10 per cento del Pil indiano.
Il pacchetto di misure adottato finora ha fatto ben poco per stimolare la crescita, poiché include pochissime spese statali, con benefici che si vedranno solo nel medio periodo.
I numeri di contaminazione in aumento potrebbero anche indicare che l’India potrebbe avvicinarsi rapidamente al suo picco massimo sperando che prima o poi la curva dei contagi incominci a scendere.