India. Per l’Unfpa la popolazione supererà di tre milioni quella cinese a metà anno

di Alberto Galvi

L’India diventerà il paese più popoloso del mondo, superando la Cina con quasi tre milioni di persone in più a metà di quest’anno. I dati demografici del UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) stimano la popolazione indiana in 1,4286 miliardi di individui contro gli 1,4257 miliardi per la Cina.
Gli Stati Uniti sono un lontano terzo, con una popolazione stimata di 340 milioni di persone. Inoltre otto paesi rappresenteranno la metà della crescita prevista della popolazione mondiale entro il 2050: RDC (Repubblica Democratica del Congo), Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania.
Sebbene India e Cina rappresenteranno più di un terzo della popolazione globale stimata di 8,045 miliardi, la crescita della popolazione in entrambi i giganti asiatici sta rallentando, a un ritmo molto più veloce in Cina che in India. La crescita annuale della popolazione indiana è stata in media dell’1,2 per cento dal 2011, rispetto all’1,7 per cento dei 10 anni precedenti.
La rapida crescita della popolazione cinese dai 580 milioni di un censimento del 1953 a 1,4 miliardi nel 2018 ha mostrato segni di appiattimento per anni. Il governo di Pechino ha notoriamente interrotto nel 2015 la sua politica del figlio unico, attuata al culmine della crescita della popolazione per cercare di tenere sotto controllo i numeri, stabilendo un limite di due figli; ora alle coppie è permesso avere fino a tre figli, ma il paese sta lottando per incoraggiare tassi di natalità più elevati. L’anno scorso la popolazione cinese è diminuita per la prima volta in sei decenni.
Le Nazioni Unite hanno affermato che piuttosto di fissarsi sull’effetto dell’aumento della popolazione mondiale, il mondo dovrebbe guardare ai diritti riproduttivi delle donne con l’obiettivo di dare alle donne più potere di controllare quando e come avere figli.
Secondo l’UNFPA la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere il picco di circa 10,4 miliardi durante gli anni ’80 del 2000. I paesi con i tassi di fecondità più elevati sono stati tutti in Africa: Niger con il 6,7 per cento, Ciad con il 6,1 per cento, RDC con il 6,1 per cento, Somalia con il 6,1 per cento, Mali con il 5,8 per cento, Repubblica Centrafricana con il 5,8 per cento. I territori con i tassi di natalità più bassi sono stati Hong Kong con 0,8 per cento, Corea del Sud con il 0,9 per cento, Singapore con il 1,0 per cento, Macao e San Marino con il 1,1 per cento e Cina con il 1,2 per cento.