India. Primo esportatore di prodotti raffinati del petrolio russo

di Giuseppe Gagliano

Negli ultimi anni l’India è emersa come il principale fornitore di carburanti raffinati per l’Europa, superando persino l’Arabia Saudita. Questa dinamica è in parte dovuta al contesto geopolitico che ha trasformato l’India in un intermediario cruciale tra la Russia e l’Unione Europea. Con l’inizio del conflitto in Ucraina e le conseguenti sanzioni economiche e restrizioni imposte dall’Occidente alla Russia, molti paesi europei hanno dovuto ridurre drasticamente le loro importazioni di petrolio russo, nonostante la forte dipendenza preesistente. La Russia, uno dei principali produttori mondiali di petrolio, si è trovata quindi a dover cercare nuovi mercati per il proprio greggio e ha trovato nell’India uno sbocco ideale.
L’India, che negli ultimi anni ha investito significativamente nella sua capacità di raffinazione, ha colto questa opportunità per acquistare petrolio russo a prezzi fortemente scontati, dovuti all’embargo occidentale che ha ridotto la domanda globale. Secondo dati recenti, nel 2023, l’India ha aumentato di oltre il 50% le importazioni di greggio dalla Russia rispetto all’anno precedente, diventando uno dei maggiori acquirenti di petrolio russo, accanto alla Cina. Questo greggio russo viene lavorato nelle raffinerie indiane per essere poi venduto come carburante raffinato ai paesi europei, aggirando di fatto le sanzioni e permettendo all’India di realizzare un profitto notevole. I dati mostrano che le esportazioni di carburanti raffinati dall’India all’Europa hanno visto un incremento annuale superiore al 70%, rendendo il Paese asiatico il più grande esportatore di carburanti verso l’UE.
L’Unione Europea, pur cercando di allontanarsi dall’energia russa, si è trovata in una situazione complessa: i vincoli politici si sono scontrati con la necessità economica di assicurarsi carburanti a prezzi competitivi. Di fronte alla riduzione delle forniture da parte di fornitori tradizionali, l’UE ha incrementato le sue importazioni di prodotti petroliferi dall’India. Secondo l’International Energy Agency (IEA), nei primi nove mesi del 2023, oltre il 20% delle importazioni europee di carburanti raffinati proveniva dall’India, rispetto a una media del 10% negli anni precedenti. Questo cambio di approvvigionamento non è stato solo quantitativo, ma anche economico: i prodotti raffinati indiani, sebbene originati da petrolio russo, sono rivenduti a prezzi di mercato internazionale, consentendo all’India di registrare un margine di profitto significativo.
In termini economici la strategia indiana ha avuto un impatto positivo sull’economia del Paese, contribuendo a bilanciare il deficit commerciale e aumentando le riserve di valuta estera. Le stime del Ministero del Commercio indiano indicano che nel 2023 l’export di carburanti raffinati verso l’Europa ha generato entrate superiori ai 40 miliardi di dollari, rispetto ai 25 miliardi dell’anno precedente. Tale crescita è stata resa possibile dall’aumento della capacità di raffinazione, con numerosi impianti aggiornati e ampliati per soddisfare la domanda crescente. Le principali raffinerie indiane, tra cui quelle di Reliance Industries e di Indian Oil Corporation, hanno registrato profitti record, grazie alla loro capacità di raffinare greggio scontato e di vendere carburanti a prezzi di mercato in Europa.