India. Prosegue l’ammodernamento della forza navale militare

di Giuseppe de Santis

Settimana scorsa l’India ha varato la INS Vikrant, una portaerei costata 3,7 miliardi di dollari, interamente costruita da aziende indiane. La cosa rappresenta una novità nella strategia militare indiana, dal momento che in passato le forze armate indiane concentravano la loro attenzione ai confini con la Cina e il Pakistan, dal momento che li si trovano territori che i tre paesi si contengono. L’espansione politica e militare della Cina, che conta su una potente flotta ha tuttavia spinto Nuova Delhi a riconsiderare le proprie scelte politiche e a prestare maggiore attenzione a ciò che accade negli oceani Indiano e Pacifico.
A preoccupare le autorità indiane non è tanto la grandezza della flotta cinese, bensì il fatto che compagnie cinesi stanno acquistando o prendendo in affitto per lunghi periodi porti in paesi lungo l’Oceano Indiano stabilendo rotte dove transitano navi della marina militare cinese.
Ovviamente la Cina nega che questi porti abbiano una funzione militare, tuttavia il governo indiano ha pensato di non rimanere a guardare e per proteggere le proprie aree di interesse ha deciso di aumentare gli investimenti nel settore navale.
Al momento sono in costruzione altre due portaerei nonché dodici sottomarini di cui sei nucleari, ma questa corsa all’ammodernamento e all’espansione della flotta militare indiana sta incontrando diversi ostacoli.
Infatti anche se queste navi, portaerei e sottomarini sono costruite da società indiane, la maggior parte dell’equipaggiamento delle forze armate indiane è importato dalla Russia, e vista la situazione internazionale questo può rappresentare un problema. Non a caso l’India cerca in tutti i modi di restare in buoni rapporti con la Russia, e si è astenuta anche alla risoluzione Onu di condanna dell’aggressione all’Ucraina.