di Giuseppe Gagliano –
L’India si trova al centro di una controversia internazionale dopo che è emerso che proiettili d’artiglieria prodotti da aziende locali sono stati dirottati da clienti europei verso l’Ucraina, senza che Nuova Delhi avesse preso provvedimenti per fermare questo commercio e nonostante le proteste della Russia. Secondo fonti governative e dell’industria della difesa indiana ed europea, nonché un’analisi dei dati doganali condotta da Reuters, il trasferimento di munizioni per sostenere la difesa dell’Ucraina contro l’invasione russa è in corso da oltre un anno.
Mosca ha sollevato la questione in almeno due occasioni, incluso un incontro di luglio tra il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar. Tuttavia Delhi ha continuato a consentire l’esportazione di una piccolissima quantità di munizioni utilizzate in Ucraina.
Un funzionario indiano ha stimato che si tratterebbe di meno dell’1% del totale delle armi importate da Kiev dall’inizio della guerra, indicando che il ruolo dell’India in questo commercio è marginale, ma comunque significativo dal punto di vista geopolitico.
Tra i Paesi europei che inviano munizioni indiane all’Ucraina figurano l’Italia e la Repubblica Ceca, quest’ultima in prima linea in un’iniziativa volta a rifornire Kiev di proiettili d’artiglieria provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione Europea. L’India, pur monitorando la situazione, non ha intrapreso azioni per limitare queste forniture all’Europa, lasciando aperta una delicata questione diplomatica con la Russia, uno dei suoi principali alleati strategici. Questo scenario sottolinea la complessità delle dinamiche globali legate alla guerra in Ucraina e il ruolo dell’India in bilico tra la volontà di mantenere relazioni amichevoli con la Russia e il crescente coinvolgimento indiretto nella crisi ucraina.