di Nicola Comparato –
Il 31 ottobre 1984, l’India fu scossa dalla tragica morte di Indira Gandhi, primo ministro del Paese. Fu assassinata dai suoi stessi guardiani, due membri della sua scorta personale, appartenenti alla comunità Sikh. Indira Gandhi venne colpita da dodici proiettili, che la ferirono gravemente al petto, allo stomaco e alle gambe. Nonostante gli sforzi disperati dei medici dell’Ali India Institute of Medical Sciences, morì poco dopo l’attacco.
Figlia di Jawaharlal Nehru, il primo primo ministro dell’India indipendente, Indira aveva 67 anni quando venne assassinata. Era conosciuta per la sua leadership decisa e per il carattere forte, che le consentirono di governare l’India per oltre quindici anni, affrontando crisi interne ed esterne. Molti la consideravano una sorta di “monarca assoluto” scelto democraticamente, e i suoi detrattori l’accusavano di autoritarismo. Nonostante ciò, lei stessa credeva fermamente che il suo ruolo fosse cruciale per mantenere l’unità di un Paese diviso da profonde tensioni religiose, sociali e culturali.
Soltanto il giorno precedente alla sua morte, Indira aveva pubblicamente accusato il Pakistan di appoggiare la rivolta separatista Sikh nel Punjab, ma aveva anche dichiarato che un Pakistan stabile fosse preferibile a uno fragile e instabile. Le sue relazioni con la comunità Sikh erano peggiorate dopo l’operazione militare nel Tempio d’Oro di Amritsar, il luogo più sacro del Sikhismo. In quella circostanza, un sanguinoso conflitto tra l’esercito indiano e i militanti Sikh aveva causato numerose vittime, aumentando il rancore tra le due parti.
Indira Gandhi non temeva la morte. Era pienamente consapevole dei pericoli legati alla sua posizione e, in uno dei suoi ultimi discorsi, aveva dichiarato: “Non temo la morte. Se il mio sangue può rafforzare l’India, allora non sarà stato versato invano.”
Il suo assassinio suscitò violenti attacchi contro la comunità Sikh in tutta l’India, con episodi di linciaggio e disordini sanguinosi, in particolare a Nuova Delhi. La sua eredità politica è complessa e controversa, ma Indira Gandhi rimane una figura centrale nella storia dell’India moderna, una leader determinata che ha segnato in modo indelebile il destino del suo Paese.