Indonesia. Papua Occidentale: 9 morti e 14 feriti in scontri con la polizia

di Alberto Galvi

Nella città di Wamena, nella provincia indonesiana della Nuova Guinea Occidentale, almeno 9 persone sono state uccise e 14 ferite in disordini e scontri con la polizia, dopo che erano circolate voci secondo cui erano stati rapiti un bambino e un funzionario. Più di 200 membri del personale di sicurezza, tra cui polizia e militari, sono stati dispiegati per contenere la situazione.
Non ci sono state ulteriori violenze dagli attacchi dello scorso 23 febbraio a proprietà e vittime. La rivolta sarebbe iniziata dopo che la gente del posto, irritata dalle voci sul rapimento di un bambino, ha iniziato a lanciare pietre contro la stazione di polizia di Wamena, dove un uomo era detenuto per un presunto rapimento.
Per chiarire che il bambino era al sicuro, la polizia ha poi convocato i genitori avvisandoli che non era stato rapito, ma la rassicurazione non è riuscita ad arginare la rabbia pubblica e nella zona alcuni edifici sono stati dati alle fiamme.
I separatisti hanno intrapreso una lotta di basso livello per l’indipendenza da quando l’ex colonia olandese, ricca di risorse, è stata portata sotto il controllo indonesiano a seguito di un controverso referendum sostenuto dalle Nazioni Unite nel 1969 a cui solo 1.026 persone hanno potuto partecipare.
L’Esercito di liberazione nazionale della Papua occidentale ha lottato per l’indipendenza per decenni e la tensione è aumentata da quando i ribelli hanno recentemente rapito un pilota neozelandese. Come ultima risorsa, l’esercito indonesiano è pronto a condurre una operazione di polizia per liberare il pilota se i negoziati non riuscissero a garantire il suo rilascio.
La Nuova Guinea Occidentale è la regione più povera dell’Indonesia, nonostante la sua ricchezza di risorse naturali. Si stima che circa 35mila persone siano state costrette a lasciare le loro case nelle vicinanze di Wamena nel 2019, quando l’esercito indonesiano ha tentato di sradicare i combattenti per l’indipendenza.