Intervista a Dino Zardi, associazione italiana di Scienze dell’atmosfera e della meteorologia

a cura di Valentina Busiello

L’Aisam, Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia, nasce nel 1951 come Associazione Geofisica Italiana; ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo in Italia delle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia in tutti gli ambiti possibili, realizzando e offrendo opportunità e strumenti per l’incontro, la conoscenza reciproca, la collaborazione nonché la promozione culturale, scientifica, educativa, tecnologica, professionale e imprenditoriale di tutti i soggetti interessati alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia. Valorizza in ambito internazionale le iniziative e i risultati conseguiti dalla comunità nazionale promuovendo la cooperazione e la partecipazione a progetti, programmi e organizzazioni internazionali nel settore. Favorisce la comunicazione e la collaborazione tra la comunità nazionale che si riconosce nelle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia e le comunità attive nell’Oceanografia, nell’Idrologia, nelle Scienze della Terra e in tutte le discipline connesse alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia.L’Aisam è giunta al terzo congresso n in febbraio, in modalità online attraverso la piattaforma di e-learning dell’Università dell’Aquila e Cetemp.
Il presidente Dino Zardi crede fortemente nel valore delle associazioni che rappresentano lo strumento più efficace e tutelato dalla legge, con cui persone che condividono determinati valori si organizzano per perseguire insieme obiettivi comuni, adottando un modo di operare condiviso, dandosi regole chiare e strumenti adeguati. Così interpretando anche le aspirazioni di molti colleghi e amici, ha fortemente creduto e contribuito alla nascita di AISAM, ritenendo che questa rappresentasse una svolta importante per la meteorologia italiana.

– Presidente Dino Zardi ci parla dell’Associazione Aisam?
“Sono stato fra i fondatori di Aisam, l’ho vista crescere molto in questi anni, ma ritengo che sia ancora in una fase di crescita garzie all’impegno proifuso da molti soci, e possiamo raggiungere altissimi livelli. Aisam, così com’è configurata adesso, nasce formalmente il 27 luglio dell’anno 2016, quando i soci della allora Associazione Geofisica Italiana si sono riuniti a Roma davanti al notaio per sancire il cambiamento di nome, di Statuto ed anche di scopi dell’Associazione. Agi era un’associazione Fondata il 28 febbraio dell’anno 1951 a Roma da un gruppo di professori, ricercatori e funzionari dei servizi, che avevano ravvisato l’opportunità di creare un soggetto, quindi un’associazione scientifica che perseguisse la geofisica. Il termine geofisica è nato la metà degli anni Cinquanta con l’intento di raggruppare tutti gli studi sulla Fisica delle varie componenti del pianeta. Geofisica, che vuol dire fisica della Terra solida quindi la crosta terrestre, i vulcani, il sottosuolo, i terremoti, la fisica dell’oceano e di tutto quello che si chiama idrosfera, i ghiacci, l’atmosfera e il clima, in una parola… fisica terrestre. In quanto tale, l’ambito di interesse dell’Associazione Geofisica Italiana era decisamente più ampio di quella che oggi è la sfera d’interesse di Aisam, però nel tempo è accaduto che gli altri comparti della geofisica hanno gradualmente trovato una loro collocazione anche in altri contesti, per esempio nell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, o in altre associazioni di oceanografia, ecc, e l’atmosfera è rimasta quasi uno dei pochi argomenti rappresentati nell’Associazione Geofisica Italiana, che peraltro nel tempo si era ridotta ad un numero di soci piuttosto esiguo. Unitamente ad un numero di altre persone no interessate a promuovere invece la meteorologia, nell’arco dell’anno del 2015-2016 è stata data vita ad una iniziativa di rilancio dell’Agi al fine di includere essenzialmente le scienze dell’atmosfera e la meteorologia. L’idea è stata quella di ridurre l’ambito d’interesse, cercare di essere più focalizzati sulle scienze dell’atmosfera e della meteorologia senza escludere le interazioni con le altre. Anche perchè molti che si occupano di scienze dell’atmosfera e della meteorologia non avevano questo concetto, ed erano un po’ orfani di un’organizzazione che li rapprsentasse in Italia. Facendo questo, ci si è dotati di un nuovo Statuto, nuovi scopi, nuova organizzazione nella continuità, quindi anche dal punto di vista formale e legale Aisam è a tutti gli effetti la continuazione di Agi, ma con una significativa riconfigurazione degli obiettivi e degli ambiti di intervento della meteorologia. L’insieme delle iniziative svolte dalla nostra associazione, cito i congressi nazionali ovvero il congresso Aisam, il primo svoltosi a Bologna nel 2018 ospiti dell’Università di Bologna, il secondo a Napoli nel 2019 ospiti dell’Università Parthenope, che ha avuto il privilegio di essere stata la prima Università italiana ad avere una cattedra di meteorologia ricoperta da una donna, la professoressa Giuseppina Aliverti un’eccellenza della meteorologia italiana. Nei congressi si parla di misure, osservazioni, la sfida degli Open Data e della meteorologia aperta”.

– Cos’è la sfida degli Open Data?
“Oggigiorno molte misure atmosferiche costano sempre meno, quindi è più fattibile realizzarle anche da parte dei singoli soggetti che si inventano la possibilità di fare misure e metterle a disposizione, e analogamente c’è una forte richiesta da parte del settore privato affichè gli attori pubblici come aeronautica, Cnr, servizi regionali, trovino disponibili in tempo reale i dati in maniera gratuita e libera, e questo rende fattibile la meteorologia privata. Cosa che altrimenti non starebbe sul mercato”.

– Un giovane laureato in meteorologia può lavorare nell’ambito dell’aeronautica, dei servizi pubblici ed anche di quelli privati?
“Può fare diverse cose. Può lavorare nell’ambito dei servizi pubblici, dell’aeronautica, dei servizi regionali, dell’Enav, però per far questo deve passare attraverso concorsi. Poi si può anche lavorare nell’ambito dell’impresa privata, dove ci sono già imprese che si occupano di meteorologia come Meteo Expert, 3BMETEO, Radar Meteo. Ci sono diverse imprese che hanno fatto del Meteo il loro ambito di attività prevalente. In più c’è la possibilità di svolgere l’attività di libero professionista, cioè di essere un individuo come un ingegnere, un avvocato, un architetto che abbia uno studio professionale e faccia meteorologia in proprio”.

Dino Zardi.
– Presidente Zardi, ci parla del Festival della meteorologia?
“E’ la versione più comunicativa della meteorologia. Sono il fondatore e colui che ha messo sù il festival, che nasce nel 2015: tutte le edizioni le troviamo visitabili sul festivalmeteorologia.it. Si svolge ogni anno nel mese di novembre. La nostra associazione gestisce da un lato il congresso, che è il momento annuale di presentazione dei risultati professionali e scientifici, poi abbiamo la giornata mondiale della meteorologia, che si svolge il 23 marzo, data che celebriamo dal 2017. Negli anni precedenti si è svolta presso l’aula magna del rettorato dell’Università La Sapienza di Roma, molto prestigiosa, ed è un’iniziativa molto bella ed interessante che nell’arco della giornata richiama l’attenzione sulla tema della meteorologia. Il festival della meteorologia è la prima occasione a livello nazionale in cui la meteorologia italiana si ritrova in tutte le sue componenti che includono i servizi meteorologici, le aziende, gli enti di ricerca, le università, le scuole, le associazioni. Il mondo della meteorologia è molto articolato, è un vero e proprio sistema”.

– Ci svela una news?
Si parlerà di Italia Meteo, che è l’Agenzia nazionale di meteorologia e climatologia: dovrebbe prendere il via nei prossimi mesi ed è la prima volta che si sviluppa a livello nazionale. E’ stato pubblicato il regolamento generale in Gazzetta Ufficiale e tutta la documentazione che serviva per dare il via all’agenzia, ora serve solo la nomina del direttore generale e a cascata dei dirigenti e del personale. Quindi ci siamo”.

– Presidente Zardi, l’arcobaleno ha da sempre un fascino ineguagliabile. Ci spiega come si forma?
Dipende. Nella luce che noi vediamo, quella luce bianca che ci arriva dalle finestre, sono in realtà mescolati tutti i colori, cioè è il risultato della somma della luce verde, blù , rossa, gialla, arancio, e tutti i colori dell’iride. Come al suo tempo mostrò Newton, se io faccio passare questo fascio di luce attraverso un prisma, i percorsi diversi di queste componenti cromatiche vengano rifratte, quindi la rifrazione della luce è un meccanismo attraverso il quale io decompongo il mio fascio, che contiene tutti i colori separati. Questo meccanismo di rifrazione non avviene soltanto con un prisma di vetro, avviene con una serie di altre situazioni anche naturali in cui la luce deve passare attraverso una interfaccia che separa un mezzo più denso da un mezzo meno denso; il mezzo più denso può essere l’acqua, che ha una densità maggiore dell’aria. La radiazione del sole arriva con una certa inclinazione, passa attraverso le goccioline, in parte viene riflessa e torna indietro, e quando torna indietro è decomposta nei vari colori.
Se io sono l’osservatore ed ho il sole alle spalle, la luce proveniente dal sole colpisce le goccioline, si rifrange, si rifrange ancora, e quando esce io vedo distribuito in quella direzione l’arcobaleno”
.

– E il tornado?
Il tornado è un vortice che cresce poichè l’aria presenta varie densità in funzione alla temperatura, e quando c’è un vento che presenta forti variazioni con la quota, questi due fattori, quindi la stratificazione di densità e il vento, possono sviluppare questi vortici molto intensi, che poi si alimentano nel tempo”.