Iran. Arricchimento uranio, raggiunto l’83,7% di purezza

di Valentina Ruaro * –

L’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica con sede a Vienna, ha riportato che nel sito iraniano di Fordow, situato nel sottosuolo della provincia di Qom, a sud di Teheran, sono state rinvenute particelle di uranio arricchito fino all’83,7% di purezza, il livello più alto trovato dagli ispettori in Iran fino ad oggi. L’attuale livello di purezza si situa appena al di sotto del 90 %, livello necessario per realizzare un’arma atomica. Questo ritrovamento è avvenuto successivamente alla raccolta di campioni dello scorso gennaio nella fabbrica di Fordow, un sito che da lungo tempo attira l’attenzione internazionale per la sua produzione di uranio arricchito.
L’Iran, che nega la sua intenzione di volere acquisire armi nucleari, ha parlato di “fluttuazioni involontarie” durante il processo di arricchimento aggiungendo di “non aver compiuto alcun tentativo di arricchimento oltre il 60%”. Il portavoce dell’Organizzazione iraniana per l’energia nucleare, Behrouz Kamalvandi, ha concluso affermando che “la presenza di particelle oltre il 60% non significa che ci sia un arricchimento di uranio a più del 60%”. Spetta agli ispettori dell’AIEA il compito di stabilire se l’iperproduzione sia stata intenzionale o il risultato di un accumulo involontario all’interno delle centrifughe.
Il 4 marzo Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’AIEA, ha incontrato alcuni funzionari iraniani per discutere le recenti rilevazioni.
Ciononostante durante una conferenza stampa Grossi ha rifiutato di commentare i colloqui avuti con i responsabili del programma iraniano dichiarando che il lavoro della delegazione è ancora in corso. Ha concluso affermando, che “c’è un’atmosfera di lavoro, di onestà e di cooperazione” con la controparte iraniana. La visita di Grossi ha avuto un ruolo prettamente diplomatico, più che un ruolo tecnico finalizzato a esaminare più approfonditamente ciò che avviene all’interno delle centrali atomiche iraniane.
La notizia dell’arricchimento dell’uranio del 83,7 % arriva in un momento in cui i negoziati per riavviare l’accordo raggiunto nel 2015 per limitare le attività atomiche dell’Iran in cambio della revoca delle sanzioni internazionali sono in fase di stallo. I negoziati, iniziati ad aprile 2021 a Vienna tra Iran e le grandi potenze mondiali, sono fermi dal mese di agosto a causa dell’aumento delle tensioni.
L’accordo, conosciuto come Jcpoa era già stato indebolito dal ritiro degli Stati Uniti deciso nel 2018 dall’ex presidente Donald Trump. In risposta,L l’Iran ha gradualmente abbandonato i propri impegni. Attualmente la quantità totale di uranio arricchito ammonta a 3.760,8 kg il 12 febbraio (rispetto ai 3.673,7 kg di ottobre), oltre 18 volte il limite autorizzato dal Jcpoa, secondo le stime dell’AIEA.
A detta dell’Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale, think thank basato a Washington DC, l’Iran sarebbe in possesso di abbastanza materiale fissile necessario a produrre una bomba nucleare in solamente 12 giorni e oltre quattro bombe nel giro di un mese. L’Istituto non esclude la possibilità che Teheran stia già eseguendo dei test nucleari clandestini. Inoltre il medesimo Istituto ha affermato che “l’Iran è pienamente in grado di spostare le apparecchiature di produzione in nuove località segrete, complicando ulteriormente eventuali futuri sforzi di verifica e contribuendo all’incertezza sul suo programma nucleare”.
In questa situazione le possibilità di un attacco contro i siti nucleari iraniani da parte dell’aviazione israeliana, con il supporto degli Stati Uniti stanno aumentando di giorno in giorno. Al momento sono in corso visite tra Stati Uniti e Israele, con incontri incentrati sul tema della minaccia iraniana. Il capo della CIA Central Intelligence Agency, William Burns, in onda su CBS, ha avvertito che l’Iran sarebbe in grado di produrre l’arma atomica in poche settimane, ciononostante gli Stati Uniti non credono che i leader iraniani abbiano l’intenzione di riprendere il weaponization programche venne bloccato alla fine del 2003.
In questo contesto è tornata alla luce la discussione inerente al piano di costruzione di basi sotterranee in Iran. Gli iraniani hanno un’antichissima ossessione per le città sotterranee. Nel corso degli anni i Pasdaran hanno creato una costellazione di basi più o meno segrete in tutto il Paese, partendo dal Golfo Persico. Questo piano prevede l’installazione di basi nascoste nelle profondità del terreno o lungo la costa, sfruttando il territorio iraniano per evitare facili attacchi e permettendo alle basi stesse di costruire una trincea difensiva. All’interno delle città sotterranee vengono immagazzinate armi convenzionali e viene nascosto il programma nucleare, offrendo riparo dai satelliti e dai bombardamenti dell’aviazione israeliana contro il programma atomico. Le basi sottoterra permettono all’Iran di dimostrare di essere perfettamente in grado di difendersi e contrattaccare.

* Autrice per l’Area Tematica “Organizzazioni Internazionali” – Mondo Internazionale Post.

Articolo in mediapartnership con Giornale Diplomatico.