Iran. Espulso dalla Commissione Onu sullo status delle donne

di Mariarita Cupersito

Con 29 voti a favore, 8 contrari e 16 astenuti, l’Iran è stato espulso dalla Commissione Onu sullo status delle donne a causa della politica repressiva attuata da Teheran nei confronti della componente femminile della sua popolazione.
La votazione per l’estromissione della Repubblica islamica, che faceva parte della Commissione da appena 9 mesi, era stata proposta dagli Stati Uniti proprio per via delle misure adottate dalle autorità iraniane contro le manifestazioni di piazza che da circa tre mesi scuotono l’intero Paese a seguito della morte della giovane Mahsa Amini, deceduta a 22 anni dopo essere stata arrestata dalla polizia morale di Teheran con l’accusa di non aver indossato correttamente il velo islamico.
La Commission on the Status of Women (Csw) si compone di 45 membri ed è affiliata allo United Nations Economic and Social Council (Ecosoc), che mira a promuovere l’emancipazione femminile e la parità tra i generi; sebbene si tratti di tematiche in cui la Repubblica islamica non si è mai particolarmente distinta, il meccanismo su base regionale di adesione alla Commissione non ha consentito di respingerne la candidatura. La morte di Mahsa Amini ha però esasperato l’evidente incoerenza che la presenza dell’Iran in Commissione rappresentava.
La bozza di risoluzione per “rimuovere con effetto immediato la Repubblica islamica dell’Iran dalla Commissione sullo status delle donne (Csw) per il resto del suo mandato 2022-2026”, adottata dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, è stata duramente criticata dalla Repubblica islamica che condanna la decisione dell’Onu definendola una “deriva malevola” di Washington. Tra i Paesi membri che hanno espresso voto contrario, Russia e Cina in particolare ritengono che la risoluzione “creerà un precedente molto pericoloso”.
“Questo voto è un altro segno del crescente consenso internazionale sull’Iran e delle richieste di responsabilità”, ha commentato in una nota il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. “Gli Stati Uniti stanno lavorando con i nostri alleati e partner in tutto il mondo per ritenere l’Iran responsabile degli abusi che sta commettendo contro il suo stesso popolo, in particolare manifestanti pacifici, donne e ragazze, e della violenza che sta provocando contro il popolo ucraino, così come le sue azioni destabilizzanti in tutta la regione del Medio Oriente”.
“La risoluzione di oggi è importante. Avrà eco in tutto il mondo e risponde all’appello delle voci della società civile in Iran”, ha dichiarato l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield. “Stiamo parlando del principale organismo Onu per promuovere la parità di genere e l’emancipazione delle donne, non può svolgere il suo lavoro se viene minata dall’interno”.