Iran. Il nodo della ritorsione contro Israele per la strage al consolato di Damasco

di Shorsh Surme

Gli analisti sostengono che la leadershp iraniana sia sotta a forti pressioni affinché risponda con misure simmetriche all’assassinio di un alto comandante iraniano e di numerosi alti ufficiali da parte di Israele nella rappresentanza consolare di Damasco, avvenuto lo scoro 1 aprile. Tuttavia le opzioni per un’azione di ritorsione sono piuttosto limitate.
Gli attacchi israeliani in Siria contro obiettivi iraniani hanno solitamente avuto come obiettivi magazzini, camion e aeroporti con lo scopo di degradare la rete di rifornimento transnazionale dell’Iran per il gruppo libanese Hezbollah, ma è la prima volta che viene colpito un edificio della rappresentanza diplomatica iraniana.
Il leader supremo iraniano Ali Khamenei è apparso in difficoltà. È opinione diffusa che voglia reagire visibilmente, non solo per vendicare l’uccisione degli alti funzionari, ma anche perché non farlo offuscherebbe la credibilità dell’Iran come potenza regionale.
Tuttavia ora non è un buon momento per intervenire. La regione è in fiamme dall’inizio della guerra di Gaza in seguito all’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre, che ha ucciso più di 1.100 israeliani, e alla brutale risposta del governo israeliano, che finora comportato la morte di oltre 33.100 palestinesi e ha spinto Gaza in condizioni di carestia.
Anche se il governo iraniano potrebbe essere disposto a tollerare il rischio di una guerra regionale, ha ripetutamente dimostrato di non volere un conflitto diretto con Israele o con gli Stati Uniti, per cui cercherà di mantenere la violenza al di sotto di una determinata soglia.
Quando all’inizio di quest’anno gruppi sostenuti dall’Iran hanno ucciso tre soldati americani in Giordania, Washington ha reagito con attacchi aerei contro Siria e Iraq.
Teheran sembrava fare marcia indietro: il comandante della Forza al-Quds, Esmail Qaani, avrebbe detto alle fazioni filo-iraniane in Iraq di smettere di prendere di mira le truppe statunitensi. Da allora hanno inviato droni soprattutto contro Israele, con scarsi effetti.
Ma non rispondere, o rispondere solo attraverso azioni di basso profilo, non sembra un’opzione per la leadership iraniana, dato che si è pubblicamente impegnata a vendicare l’attacco al consolato. Khamenei ha detto che gli “uomini coraggiosi” dell’Iran puniranno Israele, uno dei suoi consiglieri ha avvertito che le ambasciate israeliane “non sono più sicure”, e due funzionari hanno recentemente dichiarato al New York Times che reagiranno direttamente contro Israele, per ripristinare la deterrenza.