Iran. Il rischio dell’associazione tra Islam politico e religioso-tradizionale

di Shorsh Surme –

Ebrahim Raisi, l’ottavo presidente dell’Iran, è subentrato in un momento in cui la Repubblica Islamica stava affrontando una serie di potenzialmente gravi crisi. Si tratta di problematiche che potrebbero avere conseguenze che non riguardano solo l’Iran, che ma potrebbero riflettersi su tutta la regione.
La comunità religiosa in Iran è composta da due realtà diverse e distinte. La prima è “l’Islam politico”, è la principale ed è guidata dal leader supremo ayatollah Ali Khamenei; la seconda è “l’Islam religioso e tradizionale”, guidata dai grandi ayatollah come Vahid Khorasani e Seyyed Sadegh Shirazi.
La realtà politica cerca di basarsi sull’Islam tradizionale per implementare la nozione di “grande civiltà islamica”. La missione è rafforzare il pensiero sciita e diffonderlo nei paesi sciiti di tutto il mondo, ad esempio attraverso varie cerimonie e festival sciiti. Ciò include i preparativi del governo iraniano affinché milioni di iraniani marcino in Iraq durante Arba’een, che commemora il martirio del terzo imam sciita a Karbala, la città sciita in Iraq. Teheran ha sempre cercato di rafforzare Arba’een, celebrata ogni anno in Iraq anche per contrapporsi all’Arabia Saudita, che ospita l’annuale pellegrinaggio dell’Hajj.
Ci sono ampie prove, compreso l’estremismo delle cerimonie sciite in Iran, che il sentimento religioso stia diventando sempre più radicale nella Repubblica Islamica. Sebbene in termini di azioni estreme come il terrorismo l’ideologia sciita estremista sia lontana dal pensiero sunnita estremista, la fusione dell’Islam politico con l’Islam tradizionale potrebbe portare all’ascesa di una nuova generazione di sciiti a cui mancano chiare “linee rosse” per giustificare i loro pensieri, perché i leader dell’Islam tradizionale considerano la “jihad” il primo mezzo per diffondere i propri pensieri e raggiungere i propri obiettivi. Pertanto questo percorso porterà probabilmente a provocazioni, violenze e ulteriori tensioni tra le comunità sciita e sunnita in Iran.