Iran. Oggi al voto: Khamenei denuncia la ‘cospirazione straniera’

di Shorsh Surme

Oggi 60 milioni di elettori iraniani andranno alle urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, un appuntamento elettorale che si ripete ogni quattro anni. Mercoledì il leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito di una cospirazione straniera per minare il voto, e in un lungo discorso televisivo si è scagliato contro i sondaggi, considerandoli di parte e avvertendo che i “nemici” dell’Iran stanno cercando di tenere i cittadini lontani dalle urne.
Khamenei in realtà dimentica la repressione da lui stesso voluta delle proteste per la situazione politico – economico disastrosa, con alto tasso di povertà in paese che letteralmente galleggia su petrolio e gas naturale.
L’organismo di controllo del clero iraniano aveva vietato a una serie di potenziali riformisti e alleati chiave del presidente Hassan Rouhani di candidarsi a queste elezioni, dando il via libera solo a Ibrahim Raisi e a diversi candidati di basso profilo, per lo più estremisti con scarso sostegno popolare.
L’agenzia statale iraniana per i sondaggi ha recentemente previsto un’affluenza al 42% dei 60 milioni di elettori aventi diritto del paese, che sarebbe il minimo storico. Nel frattempo due candidati della linea dura si sono ritirati, girando il loro sostegno a Raisi.
Nell’Iran i candidati appartengono a uno spettro politico che comprende in larga misura gli estremisti che vogliono espandere il programma nucleare iraniano e affrontare il mondo, i moderati che mantengono lo status quo e i riformisti che vogliono cambiare la teocrazia dall’interno.
Si vota anche per il rinnovo dell’Assemblea degli Esperti, Majlese Khobregan Rahbari, organo elettivo composto da 88 membri eletti a suffragio universale ogni 8 anni. Ogni 4 anni si svolgono le elezioni di medio termine per sostituire eventuali posti vacanti. I candidati sono tutti giuristi e accademici islamici.
La vittoria di Khamenei potrebbe significare un ritorno al regime islamico fondamentalista. L’attuale presidente Hassan Rohani, un tempo assai popolare tra i giovani, ha perso ogni credibilità politica a causa della situazione disastrosa in cui versa la popolazione.