Iraq. A metà scrutinio vince la coalizione tra sadristi e comunisti

Notizie Geopolitiche –

A metà delle schede scrutinate si delinea alle prime elezioni irachene post-Isis la vittoria della coalizione tra comunisti (Partico comunista iracheno) e sadristi, movimento che si riconosce nel leader politico e religioso Moqtada al-Sadr. Sairoun (“Camminiamo insieme”), questo il nome della coalizione, sarebbe quindi sopra la coalizione Nasr (“Vittoria”) del premier Haider al-Abadi, nonostante questi sia stato dato fino all’ultimo come vincitore, specie dopo la sconfitta dello Stato islamico. al-Abadi sarebbe solo terzo, in quanto superato anche dalla coalizione Fatah, “Conquista”, la quale è formata dalle milizie sciite filo-iraniane guidate da Hadi al-Amiri e addestrate dalle Guardie Rivoluzionarie del generale Qasem Suleimani.
In palio ci sono 329 seggi al parlamento, ma l’affluenza alle urne è stata piuttosto bassa, del 44,5%. D’altro canto le popolazioni sunnite, quelle che in rivolta contro il governo centrale sciita hanno accettato di fare parte dello Stato Islamico, non vedono un futuro di cambiamenti, se si pensa che Moqtada al-Sadr è un chierico sciita, le milizie di Hadi al-Amiri sono sciite ed anche Haider al-Abadi è sciita ed espressione di un governo sciita.
Mentre a Baghdad e nelle altre città irachene si susseguono i caroselli delle auto da cui i militanti sventolano le bandiere di partito cantando ognuno vittoria, la portavoce Ue, Maja Kocijancic, ha comunicato in una nota che le elezioni “sono un passo avanti importante per la costruzione della democrazia e della stabilità a lungo termine” e che “Nonostante alcune spiacevoli notizie isolate di incidenti, il lavoro delle forze di sicurezza dell’Iraq e delle autorità elettorali ha permesso un voto ordinato, che ha dato la possibilità al popolo iracheno di esercitare i suoi diritti democratici in pace e sicurezza. Il conteggio del voto ora dovrebbe essere terminato in modo rapido e trasparente”per giungere “alla rapida formazione di un governo rappresentativo, che risponda ai bisogni e alle aspirazioni del popolo iracheno”.