Iraq. Aerei turchi bombardano Sinjar, nel silenzio di Baghdad

di Shorsh Surme

Da venerdì scorso nella Turchia del “sultano” Recep Tayyp Erdogan la lira turca è diventata carta straccia, e già ai primi scambi aveva perso il 9 per cento del suo valore.
Nonostante questa situazione ieri per ordine del presidente i caccia turchi hanno oltrepassato il confine del Kurdistan dell’Iraq bombardando la cittadina martire di Sinjar (Shingal) mentre la popolazione stava ricordando con una cerimonia il quarto anniversario del massacro compiuto dell’Isis nel 2014. Un portavoce della coalizione guidata dagli Stati Uniti ha affermato che non vi è stato nessun coinvolgimento dei comandi militari nella decisione turca di inviare aerei al confine iracheno per effettuare un’operazione simile. Il generale Usa Thomas Veale, direttore degli Affari pubblici del CJTF-OIR, ha spiegato a Kurdistan 24 che “Siamo consapevoli che gli aerei turchi hanno attaccato l’area di Sinjar ed è stata una decisione unilaterale della Turchia”.
L’Unione delle comunità del Kurdistan (KCK) ha confermato l’uccisione a Shingal di İsmail Özden (Mam Zekî Şengalî), membro del coordinamento Shingal Yazidi e membro del consiglio esecutivo dello stesso KCK.
La decisione del “sultano” Erdogan arriva subito dopo la visita lampo di Haider al-Abadi, primo ministro uscente iracheno, ad Ankara. Si sa che tutti i quattro governi di Iraq, Iran, Turchia e Siria, nonostante la loro divergenze, sono sempre stati d’accordo su un punto, ovvero di reprimere la popolazione curda; se non fosse così il governo iracheno avrebbe dovuto agire diversamente nei confronti della Turchia, la quale ha violato la sua sovranità aggredendo una città già ferita come Shangal.