Iraq. Attentato al premier al-Khadimi: volevano ucciderlo con un drone

di Shorsh Surme

In un Iraq percorso da continue manifestazioni antigovernative contro il caro vita, la disoccupazione diffusa e la corruzione, si è registrato ieri un attacco con droni alla residenza del premier Mustafa al-Kadhimi. Non vi sono state vittime o feriti, bensì solo danni materiali, e ad al-Kadhimi è immediatamente arrivata la solidarietà degli Usa e di molte cancellerie.
Il Consiglio per la sicurezza nazionale irachena si è impegnato subito a cercare di scoprire chi vi sia stato dietro l’attacco, mentre il tentativo di assassinare il primo ministro è arrivato dopo che venerdì scorso sono scoppiati scontri tra le forze di sicurezza e i sostenitori di diverse fazioni sconfitte alle elezioni del 10 ottobre per il rinnovo del parlamento.
L’esercito ha chiuso tutti gli ingressi della zona verde Zona verde per prevenire azioni delle milizie autonome come Asa’ib Ahl al-Haq e Kata’ib Hezbollah; il presidente di quest’ultimo gruppo, Abu Ali al-Askari, ha riportato sul suo canale Telegram l’estraneità all’attentato scrivendo che “Esistono modi meno costosi e più sicuri per eseguire un simile attacco rispetto all’uso di droni carichi di esplosivo”. “Secondo le nostre informazioni confermate, nessuno in Iraq ha nemmeno il desiderio di perdere un drone e attaccare la casa di un primo ministro”, ha aggiunto.
Pochi minuti dopo l’attentato, al-Kadhimi ha twittato di star bene e ha chiesto “calma e moderazione da parte di tutti, per il bene dell’Iraq”.