Iraq. Cadono missili su Erbil, muore un mercenaio. Blinken vuole i responsabili

di Guido Keller

Un gruppo di ispirazione sciita, “Awliyaa al-Dam” (Guardiani del Sangue), ha rivendicato l’attacco missilistico di ieri sera a Ebil, capitale del Kurdistan Iracheno. Funzionari delle forze di sicurezza statunitensi hanno spiegato all’Afp che più probabilmente si tratterebbe di una sigla dietro la quale vi sarebbero combattenti sciiti vicini a Kataeb Hezbollah e a Asaib Ahl al-Haq, fazioni filo iraniane, come pure che non si tratta del primo attacco del genere nell’ultimo anno.
L’attacco è avvenuto ieri sera ed è stato perpetrato con il lancio di tre razzi che sono caduti sulla città, nei pressi dei complessi che ospitano basi militari della coalizione a guida Usa o residenze dei militari.
Il bilancio è di un morto, un mercenario forse statunitense, per quanto il comando militare non ne avesse definito la nazionalità, e cinque feriti. Tra loro nessun militare italiano.
La televisione curda Rudaw ha riportato che i razzi sono stati lanciati dal distretto di al-Hamdaniya, tra Mosul e Erbil.
Esprimendo “indignazione” il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha chiesto un’indagine per risalire ai responsabili dell’attacco, e ha fatto sapere di aver “preso contatto con il primo ministro del governo regionale del Kurdistan, Masrour Barzani, per far sapere l’impegno dell’amministrazione statunitense nel sostegno alle indagini”.
Il 2 gennaio dello scorso anno in un attacco ordinato da Donald Trump morirono tra gli altri il noto generale iraniano Qassem Soleimani, capo della brigata d’élite al-Quds dei Pasdaran, e Abu Mahdi al-Muhandis, leader della principale milizia sciita irachena Hashd al-Shaabi.
Le conseguenze immediate dell’attacco furono il ritiro dell’Iran dal Jpcoa, l’accordo sul nucleare iraniano, come già avevano fatto gli Usa, e forse era ciò che Trump voleva.