Iraq. Dopo i raid Usa presa d’assalto l’ambasciata a Baghdad

Notizie Geopolitiche –

Migliaia di manifestanti hanno protestato oggi davanti all’ambasciata Usa a Baghdad tentando di prenderla d’assalto. La manifestazione è stata indetta dopo che due giorni fa raid Usa hanno colpito obiettivi in Iran e in Iraq: in quest’ultimo caso hanno provocato 25 morti tra i combattenti della milizia sciita Kataib Hezbollah, azione per la quale ci sono state le proteste ufficiali di Baghdad, con il governo iracheno che si è detto “pronto a rivedere le relazioni”, aggiungendo in una nota che tali raid “violano la sovranità dell’Iraq e sono contrari alla regole d’ingaggio della coalizione”. Per il governo “Le forze americane hanno agito in funzione delle loro priorità e non di quelle degli iracheni”.
La reazione Usa è stata dovuta all’uccisione di un contractor, ed il presidente Donald Trump ha twittato che “L’Iran ha ucciso un contractor, ferendo molte persone. Noi abbiamo risposto duramente e lo faremo sempre. Adesso l’Iran sta orchestrando un attacco all’ambasciata americana in Iraq. Saranno ritenuti pienamente responsabili. Inoltre, noi ci aspettiamo che l’Iraq impieghi le sue forze per proteggere l’ambasciata, e così siete avvisati”.
Dopo settimane di proteste contro il caro vita e la corruzione, e una repressione costata la vita a quasi 500 persone, il presidente della Repubblica Barham Saleh si è dimesso perché contrario alla nomina di un premier filo-iraniano, nella fattispecie di Asaad al-Eidani, governatore della provincia di Bassora e ritenuto dagli oppositori una longa manus dell’Iran.
Tra ieri e oggi i manifestanti sciiti hanno tentato di assaltare la rappresentanza statunitense oltrepassando i checkpoint della Green Zone al grido di “Morte all’America” e bruciando bandiere Usa. Una torretta della sicurezza è stata distrutta, ma i manifestanti non sono riusciti a penetrare nell’ambasciata. Almeno dieci persone sono rimaste ferite.