Iraq. Gli sciiti minacciano il sequestro dei cittadini americani in caso di guerra all’Iran

di Shorsh Surme

L’Iraq sta per essere bruciato con il fuoco dell’amico Iran. Alcuni giorni fa uno dei leader di una milizia sciita irachena Kata’ib Sayyid al-Shuhada (KSS), sostenuto tutto per tutto dall’Iran, ha minacciato di prendere in ostaggio “tutti” i cittadini americani presenti in Iraq in caso di un eventuale conflitto tra gli Stati Uniti e l’Iran degli Ayatollah.
Abu Alaa al-Walai, capo del Kss vicino alla Fatah Coalition che rappresenta il milizie sciite, meglio conosciute come forze di mobilitazione popolari (PMF), ha dichiarato in occasione di un’intervista per la tv irachena al-Dijla che “Tutti gli americani saranno tenuti in ostaggio dalle fazioni della resistenza in caso di guerra”. La sua minaccia può essere realizzata solo attraverso una decisione a Teheran.
Il KSS, che in italiano significa “Il battaglione dei Martiri”, è stato istituito nel 2013 durante la guerra civile siriana. Apparentemente il suo scopo era quello di proteggere i santuari sciiti in Siria, tuttavia tale scusa è stata ampiamente utilizzata come strumento di reclutamento. Gli iracheni apparentemente mobilitati per proteggere i santuari furono usati per combattere gli oppositori siriani del regime baathista di Bashar al-Assad, come pure per impedire il ritorno degli sfollati interni, molti dei quali vivono attualmente nei campi profughi nella regione del Kurdistan.
Due settimane fa un deposito di armi a Baghdad, secondo quanto riferito gestito dalla KSS, è stato demolito attraverso una massiccia esplosione che ha coinvolto missili lì immagazzinati, i quali sono finiti su quartiere a sud di Baghdad uccidendo una persona e ferendone 37.
Per questo motivo Muqtada al-Sadr, il leader sciita la cui coalizione comanda il maggior numero di seggi in parlamento, ha assunto una posizione ancora più audace cheidendo che tutti i depositi di armi siano posti sotto il controllo del governo centrale. Ha anche chiesto il ritiro di “tutte le fazioni” dalla Siria, il che significa, soprattutto, le milizie irachene che operano lì, sotto il comando iraniano.