Iraq. Il nuovo premier Mustafa al-Kadhimi è entrato ufficialmente in carica

di Alberto Galvi

Nei giorni scorsi il premier iracheno Mustafa al-Kadhimi, è entrato formalmente in carica. Il presidente iracheno Barham Salih ha nominato al-Kadhimi, primo ministro designato il 9 aprile scorso.
Il dimesso primo ministro designato Zurfi, non era riuscito a formare il governo dopo che le forze sciite e sunnite non avevano accolto con favore la sua nomina a premier.
Secondo la costituzione irachena, al-Kadhimi è tenuto a formare un governo entro un mese. Tra i suoi primi compiti ci sarà quello di affrontare una crisi economica causata da crolli dei prezzi del petrolio, che potrebbe costringere il gabinetto a tagliare gli stipendi per i lavoratori statali, scatenando nuove manifestazioni antigovernative.
Tra le controversie presenti nel paese, il neo premier si dovrà occupare di trovare un equilibrio tra gli alleati concorrenti dell’Iraq, Stati Uniti e Iran, che da quando sono state reintrodotte nel 2018 le sanzioni contro l’Iran sono in totale disaccordo.
Inoltre il neo premier deve far fronte alla mortale pandemia di coronavirus, che nel frattempo ha ucciso più di 100 iracheni con il picco della crisi che deve ancora arrivare e che il paese dovrà affrontare con un sistema sanitario fatiscente.
Il nuovo premier si dovrà in aggiunta impegnare a contenere il flusso di armi in Iraq, a frenare la corruzione e a tenere elezioni anticipate. Al-Kadhimi dovrà anche risolvere le controversie con la regione semiautonoma curda nell’Iraq settentrionale e condurre un dialogo strategico con gli Stati Uniti a giugno per meglio chiarire i rapporti bilaterali economici e militari tra i 2 paesi.
Il parlamento ha approvato con 255 voti a favore su 329 del totale il programma del governo provvisorio e 15 ministri del futuro governo. Tra i ministri nominati ci sono: Othman al-Ghanemi, ministro degli Interni, Adnan Dirjal, ministro della Gioventù e dello Sport e Ali Allawi, ministro delle Finanze. Il parlamento iracheno ha votato anche per estromettere tutte le forze straniere presenti nel paese dopo l’uccisione a gennaio del generale iraniano Soleimani.
Il parlamento ha respinto i candidati ministri i per il ministero del Commercio, della Cultura, della Giustizia, dell’Agricoltura e dell’Immigrazione. Altri ministri considerati strategici come quello del Petrolio e degli Esteri saranno invece nominati in un’altra sessione.
L’ex primo ministro Adel Abdul Mahdi, che ha guidato il governo provvisorio precedente, si è dimesso lo scorso anno mentre i manifestanti antigovernativi scendevano in piazza a migliaia, chiedendo lavoro e il cambio della classe dirigente.
Dopo l’invasione degli Stati Uniti del 2003 questa classe dirigente, che ha rovesciato Saddam Hussein si è rivelata anche essa corrotta portando il paese alla rovina economica.
Con le dimissioni di Abdul Mahdi a novembre, la nomina del nuovo premier è susseguita a una lunga battaglia sulla nomina dei ministri che ha impedito ai due precedenti premier designati di formare un nuovo governo.
Dall’inizio di ottobre in Iraq ci sono state proteste di massa a causa delle cattive condizioni di vita e della corruzione, costringendo il primo ministro Adil Abdul-Mahdi a dimettersi. Secondo l’Alta Commissione per i diritti umani dell’Iraq da quando sono iniziate le proteste il 1 ottobre scorso almeno 17mila persone sono rimaste ferite e 496 iracheni sono stati uccisi.