Iraq. Il Parlamento ha approvato il nuovo governo di al-Sudani

di Alberto Galvi

Il primo ministro Mohammed Shia al-Sudani sarà a capo del nuovo governo iracheno. Il Parlamento iracheno ha infatti dato la fiducia al nuovo governo di 21 ministri, dei quali 12 ministri sciiti supportati dal Coordination Framework, 6 sunniti e 2 curdi.
Nel nuovo governo ci sono anche tre donne, di cui una è cristiana, mentre due nomine restano irrisolte, il ministero dell’Edilizia e il ministero dell’Ambiente.
Al-Sudani ha avuto l’appoggio della Coalizione per l’Amministrazione dello Stato, che include il Coordination Framework, un’alleanza di potenti fazioni sciite filo-iraniane che detengono 138 dei 329 seggi in Parlamento. Altri ministri provengono da un gruppo sunnita guidato dal presidente del Parlamento Mohammed al-Halbussi e due importanti partiti curdi.
Al-Sudani è stato scelto all’inizio di ottobre per formare un nuovo governo dopo mesi di lotte intestine tra le diverse fazioni, che hanno paralizzato la vita politica del paese per mesi. Dopo le elezioni, la formazione del governo è stata ritardata per più di un anno a causa della rivalità tra al-Sadr e l’ex primo ministro sostenuto dall’Iran Nouri al-Maliki. L’Iraq ha tenuto elezioni anticipate più di un anno fa a seguito delle massicce proteste antigovernative iniziate nell’ottobre 2019 a Baghdad e nel sud dell’Iraq, che chiedevano la revisione del sistema politico.
La paralisi politica, durata un anno, ha lasciato l’Iraq devastato dalla guerra e afflitto da corruzione endemica, oltre che senza un budget per il 2022. La mancanza del budget ha frenato la spesa per progetti infrastrutturali e riforme economiche tanto necessarie al paese. Inoltre gli iracheni affermano che la situazione si sta inasprendo a causa della mancanza di servizi e posti di lavoro, nonostante il paese sia ricco di petrolio.