Iraq. Il primo ministro al-Sudani difende la presenza delle truppe statunitensi nel paese

di Alberto Galvi –

Il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani difende la presenza delle truppe statunitensi nel suo paese, anche se per la sua nomina dello corso anno è stato sostenuto da diversi gruppi allineati con l’Iran, che in parte costituiscono il blocco politico dominato dagli sciiti. Al-Sudani non ha fornito una tempistica per le forze USA e NATO per lasciare l’Iraq, nonostante gli appelli di alcuni alleati politici per un ritiro completo.
Gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq nel 2003 con un numero di truppe che ha raggiunto un picco di circa 170mila soldati nel 2007, poi le forze si sono ritirate nel 2011. Sono state ridistribuite in Iraq nel 2014 in risposta all’ascesa dell’ISIS, poiché il gruppo armato ha invaso un’ampia fascia di territorio in Iraq e Siria.
Le operazioni di combattimento sono in gran parte svanite sulla scia della sconfitta territoriale dell’ISIL nel 2019. Due anni dopo Washington ha ufficialmente concluso la missione di combattimento in Iraq e passato le consegne, pur mantenendo un ruolo consultivo di assistenza, alle forze irachene. Gli Stati Uniti hanno attualmente circa 2mila soldati di stanza nel paese.
Al-Sudani vorrebbe che l’Iraq avesse relazioni con Washington simili a quelle di cui godono l’Arabia Saudita e altri produttori di petrolio e gas del Golfo Persico, e spera in un eventuale incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.