Iraq. Incostituzionale il referendum sull’indipendenza del Kurdistan

di Marco Pugliese –

Il Kurdistan non si farà. Il referendum riguardante l’indipendenza della regione autonoma del Kurdistan del 25 settembre è stato dichiarato dalla Corte suprema irachena incostituzionale. L’area è situata a nord dell’Iraq e contesta tra Baghdad ed Erbil. Il popolo curdo si sente tradito dalla cancellazione dei risultati del referendum (al 93% a favore dell’indipendenza) e soprattutto dall’occidente, dopo che i peshmerga curdi hanno rappresentato il primo vero argine all’espansione territoriale del Califfato e per anni hanno combattuto contro l’Isis lungo un fronte di centinaia di chilometri, in particolare a Mosul e a ovest di Kirkuk.
Il nodo per cui si è arrivati alla bocciatura ruota intorno all’ articolo 1 della Costituzione irachena, la quale sancisce che “lo Stato federale è pienamente sovrano, la cui forma di governo garantisce l’unità dell’Iraq”. La Corte suprema ha poi sottolineato che oltre l’articolo 1 vi è il 109 ad essere contraddetto, dal momento che “impone il mantenimento dell’unità nazionale da parte di tutte le autorità federali”. L’ alto tribunale quindi ha sancito che la carta costituzionale non consente nessuna separazione. Si profila quindi il mero mantenimento dell’autonomia, già forte in una Regione autonoma che conta di un proprio parlamento e di una propria pressoché totale amministrazione.
Permangono quindi per i curdi le distanze con i vicini, non solo con Baghdad, dal momento che a nord la Turchia di Recep Tayyp Erdogan ha rotto le relazioni con Erbil isolando il paese e quindi rendendo impossibile la vendita autonoma di petrolio, stessa cosa operata dall’Iran: entrambi i paesi temevano che un’eventuale indipendenza del Kurdistan Irq. avesse comportato rivendicazioni autonomiste se non indipendentiste da parte dei curdi lì presenti. In Turchia infatti i curdi sono 14 milioni (18,3% della popolazione), nel Kurdistan Irq. sono 8,5 milioni, ma sono distribuiti altre aree come a Kirkuk per un totale del 18% della popolazione irachena, in Iran sono circa 7 milioni (4% della popolazione) e in Siria sono circa l’1,3% degli abitanti. In quest’ultimo paese sono maggiori le possibilità di un’autonomia regionale nel quadro di un nuovo assetto federalista, e già nel marzo 2016 i curdi avevano proclamato una loro autonomia federale formata dalle regioni di Jazira, Kobane e Afrin.
Unico paese a cui non sarebbe dispiaciuta la nascita di una nazione curda era israele, al quale sarebbe andato bene uno stato cuscinetto interposto tra l’Iran e gli sciiti siriani.