Iraq. L’Iran attacca basi Usa

di Guido Keller

Si chiama “Soleimani martire” la risposta dell’Iran all’uccisione con un drone, ordinata da Donald Trump, del noto generale comandante della Brigata al-Quds dei Pasdaran.
La rappresaglia è arrivata nella notte all’1:20, esattamente nell’ora in cui Qassem Soleimani è stato ucciso lo scorso venerdì a Baghdad, ed a essere presi di mira da missili cruise e missili balistici sono state due basi statunitensi, una a Erbil, nel Kurdistan Irq., e la seconda ad al-Asad, nel governatorato di al-Anbar, nella parte centro-settentrionale del paese.
Nessuno dei missili sarebbe stato intercettato, e la tv iraniana ha parlato di “80 terroristi americani uccisi”; il dato al momento non è stato confermato dalle forze Usa, per le quali non sarebbe stato centrato nessun bersaglio, e “se dovessero esserci morti sono molto pochi”.
Nessuna vittima fra i militari della base italiana di Erbil, che si sono portati in un’area sicura.
Intervenendo alla tv la guida suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, Ali Khamenei, ha affermato che “dal momento che sedersi ai tavoli delle trattative e cercare il dialogo porta solo all’indifferenza, gli americani hanno preso oggi una bella lezione”.
Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, considerato dalla diplomazia internazionale e dalle cancelleria elemento in grado di mediare le situazioni complesse, ha ribadito che “non vogliamo una escalation, ma ci difenderemo contro ogni aggressione”. “L’Iran – ha precisato – ha portato a termine misure proporzionate di autodifesa per l’attacco codardo contro nostri cittadini e funzionari di livello è stato lanciato”.
Il presidente Usa Donald Trump interverrà a breve, ma in un tweet inviato nella notte ha scritto che “Va tutto bene! Missili lanciati dall’Iran a due basi militari in Iraq. Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate del mondo”.
Più dei missili il danno alla presenza Usa in Iraq, uno dei motivi per cui è stata fatta la guerra a Saddam Hussein, lo ha fatto il parlamento di Baghdad, in larga parte controllato dai partiti sciiti filo-iraniani: con il voto che ha visto contrarie le formazioni sunnite e curde è stato infatti richiesto l’allontanamento delle forze della coalizione anti-Isis a guida Usa, ovvero dei soldati statunitensi, ed è stato interdetto il volo agli aerei Usa.
I Pasdaran iraniani hanno minacciato di riprendere gli attacchi nel momento inn cui vi dovesse essere una reazione militare della Casa Bianca.